Raggiungere l’obiettivo di uno scenario energetico ‘100% rinnovabile’ al 2030 è possibile? ‘‘Non ancora, noi parliamo del 2050”. Non ha dubbi Roberto Vigotti, coordinatore Riab (Renewable Industry Advisory Board) dell’International Energy Agency (Iea), per il quale ‘‘nel 2030 avremo ancora bisogno di una combinazione rinnovabili-gas perché il gas riesce a dare quella flessibilità che molte rinnovabili convenzionali non hanno”, spiega all’Adnkronos.
”Le rinnovabili – aggiunge – si stanno affermando, in conseguenza anche del costo che è sceso moltissimo, e i Paesi emergenti, come Cina e Africa, stanno adottando le Fer anche senza i sussidi Ue”. Uno sviluppo del settore, senza incentivi, è quindi ”assolutamente” possibile. ”Abbiamo avuto una stagione, quando le Fer non erano ancora competitive, in cui c’era bisogno di un supporto. Ma ormai in alcuni Paesi come Marocco, Dubai, Perù, il solare, che prima era molto caro, ora costa 3-4 centesimi di euro a Kwh, il carbone ne costa 7 e il nucleare 12. Quindi, in questi Paesi non c’è bisogno di sussidi”. Ed è proprio qui che in termini di industrializzazione e di tecnologia, ”gli italiani possono fare davvero molto. C’è un futuro roseo per l’industria italiana che può esportare all’estero il know how maturato. Cop21 ha dato un segnale fortissimo per quei 180 Paesi, responsabili quasi del 95% delle emissioni, che hanno promesso di occuparsi del tema in maniera definitiva – aggiunge Vigotti – In Marocco, a Marrakech, a novembre prossimo, avremo la prima verifica di questo accordo”.
(Adnkronos)