La Brexit avanza nei sondaggi e a 10 giorni dal referendum del 23 giugno può contare su un vantaggio di 6 punti percentuali. Lo rileva un sondaggio Guardian/Icm realizzato nel weekend, secondo il quale, escludendo gli elettori ancora indecisi, valutati tra il 6% e il 7%, la campagna ‘Leave’ si attesterebbe su 53% dei consensi rispetto al 47% del fronte ‘Remain’. Due settimane fa, lo stesso sondaggio aveva prodotto un risultato 52%-48%, segnando per la prima volta un vantaggio degli euroscettici nelle rilevazioni Icm.
La sterlina, intanto, ha registrato una decisiva virata sul mercato dei cambi, in recupero dopo due sedute di pesanti ribassi innescati dalla diffusione di sondaggi che davano prevalenti i voti favorevoli alla Brexit. L’opinione pubblica, infatti, secondo questi ultimi, sembra aver cambiato idea: la maggioranza dei britannici vorrebbe restare nell’Unione europea, in riferimento al referendum che si terrà il 23 giugno. Tutte le segnalazioni hanno un forte ascolto nelle sale di trading, dove gli operatori del forex si agganciano a qualunque elemento in grado di anticipare il fatidico voto. Nel pomeriggio la sterlina è risalita fino a 1,4314 dollari, dopo un minimo di seduta a 1,4115 che era anche stato il livello più basso degli ultimi due mesi. Il british pound risale anche sull’euro, ma in maniera meno accentuata a 1,2682 da un minimo intraday di 1,2522 euro. Successivamente la valuta britannica si attesta a 1,4268 dollari e 1,2631 euro. Movimenti nella direzione opposta a quelli occorsi dopo che i precedenti sondaggi accreditavano maggiori chances di Brexit.
Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission americana le scommesse ribassiste sulla sterlina sono raddoppiate nell’ultima settimana monitorata. A quota 6 miliardi di dollari queste puntate sono salite ai massimi da tre anni a questa parte. Secondo alcuni operatori, citati da Dow Jones, questo altalena valutario riflette però anche un prosciugarsi delle liquidità sul mercato, un segnale non rassicurante. Non a caso una delle prime contromisure attese in caso di voto pro Brexit è di iniezioni di liquidità da parte della Banca d’Inghilterra e delle altre maggiori banche centrali globali, tra cui la Bce nell’area euro. La ridotta liquidità, combinata con un accentuata volatilità sulla sterlina favorisce queste marcate fluttuazioni.
Secondo un altro sondaggio, gli anti Ue passano in testa, 52% contro 48%, nella media aggiornata di tutti i sondaggi condotti in Gran Bretagna in vista del referendum sulla Brexit del 23 giugno. Lo riferisce il Guardian online, riportando inoltre un’ultima singola rilevazione dell’istituto Icm, secondo la quale ‘Vote Leave‘ e’ al 53% contro il 47% dei ‘Remain‘.