Dopo l’appello dei premi Nobel britannici e quello di Stephen Hawking, anche Nature scende in campo per esprimere la propria preoccupazione relativamente al Brexit. Infatti, con l’uscita della Gran Bretagna, l’Europa potrebbe perdere uno dei paesi più ricchi e capaci di attrarre cervelli. Con il referendum del 23 giugno, il Regno Unito decidera’ se restare nell’Unione Europea o lasciarla: la posta in gioco, secondo Nature, non e’ solo il futuro del Paese ma il futuro dell’Europa stessa. I benefici che derivano dal far parte dell’Europa sono notevoli.
Ogni anno l’Europa finanzia 9.000 ricercatori per spostarsi nei Paesi dell’Ue e i maggiori attrattori di capitali e cervelli sono Regno Unito, Paesi Bassi e Svezia, mentre Spagna, Grecia e Italia perdono i loro ricercatori. Questo ha portato l’Europa a diventare una potenza economica nel campo della ricerca. Inoltre, e’ grazie alla forza della sua scienza se il Regno Unito ha avuto un peso forte nei programmi di ricerca e regolamenti europei. Ma nel mondo globalizzato, mettere in comune la sovranita’ e’ l’unico modo per un Paese come il Regno Unito di avere forte voce in capitolo nella definizione delle norme internazionali su questioni come finanza e inquinamento atmosferico. Chi sostiene la Brexit, osserva ancora Nature, dice che una scissione dalla Ue consentira’ alla Gran Bretagna di prendere da sola le proprie decisioni, ”ma queste potrebbero avere meno peso”. Invece, conclude, ‘‘e’ il momento di costruire una Europa migliore e piu’ forte, non di abbatterla”.