L’estate del 1982 fu davvero calda per l’Italia. Tutti ricorderanno la storica vittoria della nazionale di calcio italiana ai mondiali in Spagna, ma fu anche un’estate di calore, incendi, siccità, vittime.
Il caldo iniziò nella seconda metà di giugno e contribuì alla propagazione di vasti incendi in tutte le regioni del Sud. I danni furono enormi e ci furono forti polemiche contro Giuseppe Zamberletti, Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile (organismo che muoveva i suoi primi passi proprio allora): mentre infatti il Sud Italia bruciava, si poté disporre di pochissimi velivoli antincendio, e l’organizzazione delle operazioni di spegnimento lasciò a desiderare.
Intanto il 24 giugno, mentre il sud Italia bruciava, a nord ci furono forti temporali, qualcosa di simile a ciò che sta succedendo oggi, in questo 16 giugno caratterizzato da un’Italia spaccata in due. A Milano ci furono danni per un fortissimo nubifragio accompagnato da grandine, che danneggiò migliaia di alberi in città. Purtroppo era solo l’inizio di un’estate davvero difficile sul fronte del calore. Dopo pochi giorni di tregua il calore tornò infatti a martellare il paese ad inizio luglio, proprio mentre la nazionale di Bearzot inanellava vittorie negli stadi spagnoli. Il 9 luglio dell’82 l’Unità titolava: “la grande sete in mezza Italia”.
I danni all’agricoltura nel luglio del 1982 furono ingenti, non solo per la siccità estrema e per gli incendi ma anche per le forti grandinate che colpirono il nord. Così, mentre gli italiani festeggiavano la terza vittoria mondiale dell’Italia a Madrid, bagnandosi nelle fontane e tuffandosi nel mare, il paese faceva i conti con una delle emergenze caldo più grandi della sua storia.
Il caldo non colpì solo l’Italia: anche nella Spagna dei mondiali ci fu un’ondata di calore storica, che ebbe il suo culmine proprio nei giorni in cui la nazionale vinceva le ultime partite.