Caldo e umidità: cosa vuol dire e da dove viene il termine “afa” ?

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Quando al caldo si aggiunge una umidità relativa molto alta, si usa il termine “afa”. Una parola molto usata e il cui significato conoscono bene gli abitanti della maggior parte delle città italiane, dove in estate i giorni “afosi” sono frequenti e poco amati. La condizione tipica delle giornate afose è tanto caldo e molta umidità, che fanno sudare tanto e fanno sentire oppressi e soffocati, invasi da una sensazione di stanchezza. Anche se le temperature non sono altissime, magari soltanto intorno i 30°C, si boccheggia e si ansima per la forte umidità. Peggio se le temperature aumentano, portando la temperatura percepita a valori ben più alti.

Ed è proprio dall’azione di aprire la bocca per sbuffare e boccheggiare, tipica di queste giornate di caldo umido, che viene la parola “afa”. Secondo alcune fonti è un termine onomatopeico di origine romanesca, risalente al XIV secolo, derivato dal verbo “sbafare” e dal termine “sbafa”, che rievoca l’ansimare tipico di queste giornate. Secondo altri deriverebbe dal greco aphö (accendere). Afa è usato in molte zone d’Italia e in Toscana “fare afa” significa “dare fastidio”.

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