Contro i tumori “c’è bisogno di una rivoluzione e non possiamo più attendere“: così il vicepresidente americano Joe Biden, intervenuto ieri al 52esimo Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) che si chiude oggi a Chicago, ha lanciato un appello per una lotta globale al cancro, con parole simili a quelle con cui l’allora segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, 15 anni fa ad Abuja in Nigeria esortò a una mobilitazione internazionale contro l’Hiv e l’Aids. “I risultati positivi ottenuti per l’Aids potrebbero presto realizzarsi anche per il cancro – ha dichiarato Biden, che nei mesi scorsi ha perso un figlio per un tumore al cervello – E‘ necessaria una campagna per spronare una mobilitazione di impegno a livello politico e di finanziamenti su larga scala. La comunità internazionale deve affrontare il cancro con una maggiore condivisione dei dati e più investimenti globali nella ricerca“. Un intervento forte, quello del politico statunitense segnato dalla perdita del figlio Beau, morto l’anno scorso a 46 anni dopo avere combattuto contro un tumore al cervello. “Ogni anno migliaia di oncologi e milioni di pazienti in tutto il mondo sperano che da questo congresso esca la cura definitiva per la lotta la cancro – ha proseguito Biden rivolgendosi alla platea dell’Asco – I malati che aspettano sono 16 milioni. Dobbiamo intraprendere una rivoluzione globale e non c’è più tempo da aspettare“, ha ribadito. “Per ottenere questo dobbiamo aumentare i fondi privati e pubblici destinati alla ricerca, mettere i pazienti al centro e consentire l’accesso alle sperimentazioni di nuove terapie. Infine, occorre promuovere una collaborazione stretta tra tutti gli scienziati“. Biden è stato incaricato dal presidente Usa Barack Obama quale “comandante” della missione ‘Moonshot for cancer’, che punterà a raddoppiare i progressi scientifici contro i tumori entro 5 anni. Obiettivo: la ricerca di una cura definitiva per il cancro.