di Gianluca Congi – Un violento temporale si è abbattuto nella nottata del 24 giugno sul territorio di San Giovanni in Fiore, nella Sila cosentina. Nel giorno di San Giovanni Battista, patrono dell’antica città di Gioacchino da Fiore, un’intensa tempesta elettrica, ha generato lampi e tuoni, da dopo l’una fino alle quattro del mattino. Dopo il forte acquazzone, i fulmini, hanno schiarito la notte mite nel cuore della Sila, svegliando di sobbalzo, non poche persone nel profondo della notte e, attirando la curiosità degli appassionati e dei curiosi. Le spettacolari immagini dell’intensa attività elettrica che si è generata sulla città di San Giovanni in Fiore, sono state realizzate da Francesco Leonetti, che per diverse ore, con la sua macchina fotografica e senza alcun timore, ha ripreso il fenomeno, pare, più acuto sulla zona del quartiere periferico dell’Olivaro, sito a nord-est rispetto al nucleo urbano principale della capitale della Sila. Altre immagini, le ho scattate nel tempo, ad alcuni alberi colpiti dai fulmini, evidenziano, le profonde cicatrici che essi, hanno impresso sui tronchi, in alcuni casi, disintegrandone il cimale e dei grossi rami (alto rischio derivato dalla caduta al suolo di pesanti parti legnose). Centinaia di scariche elettriche, dicevamo, sono cadute in brevissimo tempo, illuminando quasi a giorno il cielo, dipinto, per l’occasione, da composizioni surreali, nel segno della grande e universale potenza di Madre Natura! Alla bellezza primordiale di questi intensi fenomeni, si unisce ugualmente la pericolosità per uomini e per animali. Essere attinto da un fulmine, di certo, non è roba di ogni giorno, ma non è nemmeno impossibile che ciò possa accadere, specie in alcune circostanze! Ogni anno, diverse persone nel nostro Paese, sono colpite dai fulmini, con conseguenze anche fatali, stesso discorso per gli animali, siano essi domestici o selvatici. Il fulmine (ne esistono di varia tipologia) è una potente scarica elettrica che può rappresentare una seria minaccia soprattutto per gli escursionisti o per chi si trova all’aperto, bisogna prestare pertanto la massima attenzione! I consigli più comuni, attuabili da chiunque e, con pochissimi accorgimenti, sono senz’altro quelli di guardare le previsioni del tempo, almeno nelle ore che precedono l’uscita o le attività fuori porta, evitare il riparo sotto gli alberi, specie se questi sono isolati e svettanti; nel fitto della foresta, il pericolo diminuisce sensibilmente, però, non attaccatevi ai tronchi! Se siete in più persone, sparpagliatevi e non fate gruppo. Non sostate dentro le greggi al pascolo. Eventuali collane, bracciali, anelli o parti metalliche, andrebbero levate dal corpo e messe lontane da esso. Un espediente, rivolto soprattutto a chi si trova in praterie e nelle zone aperte, è quello di rannicchiarsi a “riccio”, tenendo i piedi uniti e la testa tra le gambe, cercando di limitare il più possibile, la sagoma del corpo, potenzialmente esposta a una scarica (consiglio valevole anche in luoghi boscosi ovviamente). Se, avvertite, crepitii e scintille nell’aria, o se i capelli e i peli si rizzano poiché elettrizzati, percependo magari anche dei pizzicotti sulla pelle, è molto probabile che ci troviamo nella zona più pericolosa a causa di una forte carica di elettricità, dove il rischio di fulminazione è molto elevato. In quest’ultimo specifico caso, non bisogna assolutamente sdraiarsi, è più opportuno invece, stare con un solo piede che tocca terra o assumere la posizione a “riccio”. Inutile affermare, che dentro l’auto (con tutti i quattro penumatici al suolo) o in un luogo chiuso, si è potenzialmente al riparo, tenendo conto del fatto, che nella macchina, ad esempio, è consigliato chiudere tutti i finestrini, non toccare le portiere e ritirare o staccare l’antenna della radio, il veicolo in questione, fungerà da “gabbia di Faraday”, proteggendovi! Sempre per gli escursionisti, i campeggiatori o le diverse persone che durante i fulmini, si dovessero trovare all’aperto, oltre alle sopraccitate accortezze, un’altra importante raccomandazione è di uscire dal mare, dai fiumi, da dentro le piscine e fonti varie. Va rammentato, che, in assenza di ripari, il bagnarsi dalla testa ai piedi, potrebbe essere utile, in caso di scarica elettrica, in quanto, i vestiti inzuppati d’acqua, sono dei buoni conduttori rispetto al corpo e pertanto, potrebbero tranquillamente favorire la dissipazione dell’elettricità, ovviamente un bel raffreddore sarà in agguato! Le tende non sono di certo un riparo dai fulmini, ed evitare, all’esterno, anche di parlare ai cellulari (staccare le batterie possibilmente). Non lasciate i nostri amici animali nei prati o nei giardini all’aperto, specie durante i temporali estivi, dove il pericolo di fulminazione è allo stesso modo presente se non maggiore, del resto, tra noi e loro, come per tanti altri aspetti, non c’è alcuna differenza! Molti anni fa, mi capitò un caso molto particolare sulla Sila, dove, probabilmente, a salvarmi dai fulmini, fu proprio un grande albero, ma di questa storia, mi prometto di parlarne tra qualche tempo, rinnovando l’invito, come sempre, ad allontanarsi da alberi isolati e specie se alti, da tralicci o da strutture metalliche, soprattutto se situate sui cocuzzoli, per l’evidente e più cospicuo rischio, in caso di saette. Una curiosità (da ricordare soprattutto per chi pratica escursioni): calcolate i secondi, che separano il lampo (fase luminosa del fulmine) dal tuono (rumore prodotto dal vuoto di pressione originato dalla formazione del fulmine), poi moltiplicateli per 340 (velocità del suono nell’aria in condizioni normali espressa m/s), il risultato dell’operazione matematica, saranno i metri, all’incirca, che vi distaccheranno dal temporale!
Gianluca Congi © – www.gianlucacongi.it