Dopo la febbre di saggi, gare, prove di fine anno, ultime interrogazioni e pizze con i compagni, a metà giugno la maggior parte dei bambini italiani sogna di mettere in pausa orari e impegni per dormire fino a tardi e godersi la vacanza. Il rischio però è di incappare nei rigidi impegni dei centri estivi, scelta obbligata ormai per molte famiglie o al contrario di vegetare in casa, alle prese con ore e ore di noia. “La maggior parte dei bambini tra la scuola, i compiti e le attività pomeridiane ha un’infinita quantità di cose da fare, organizzate nei minimi dettagli e con orari precisi. Ora che la scuola è finita i genitori si preoccupano del fatto che i loro figli possano annoiarsi. Ma in realtà i momenti di noia sono un’occasione per i bambini di riflettere, rilassarsi e soprattutto dare sfogo alla creatività“. Lo spiega all’Adnkronos Salute Paola Vinciguerra presidente Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico. “Lo sforzo che ogni bambino fa per trovare nuovi spunti ed inventare nuovi giochi da proporre agli amichetti – assicura la psicoterapeuta – non è mai tempo perso, ma è impiegato per uno scopo specifico, quindi almeno d’estate i genitori non devono cercare di riempirlo in maniera compulsiva, ma lasciare che i loro figli trovino lo spazio necessario ad inventare nuovi scenari di gioco“. Stop ai centri estivi e ai campus di vela, cavallo, arrampicate e inglese? “No, ma è bene chiedersi di cosa hanno realmente bisogno i bambini subito dopo la fine delle scuola. La necessità primaria – sottolinea la psicoterapeuta – è quella di riacquistare il senso di libertà, del movimento. Sì dunque ai campi estivi, che organizzano molte attività motorie e all’aperto, purché non ci siano orari e regole pesanti da rispettare, che ripropongano lo schema scolastico“.
Estate: bimbi italiani tra noia e centri estivi, i consigli degli esperti
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