Un hacker è riuscito a rubare più di 50 milioni di dollari da un fondo il cui obiettivo era proprio quello di dimostrare l’assoluta sicurezza della valuta digitale innovativa in questione. Il furto è avvenuto grazie ad una falla nel sistema, ma il creatore di questa criptovaluta, il 22enne russo Vitalik Buterin, ha già dichiarato di aver previsto un software che impedisca l’uso del denaro da parte del malintenzionato. I pirati informatici hanno dirottato un terzo del denaro totale del fondo in questione sfruttando una vulnerabilità nella cosiddetta “chiamata ricorsiva“, ovvero quel sistema che permette di raccogliere molti “smart contract” in un unico passaggio.
“Il sistema è sicuro – ha fatto sapere Buterin – e gli investitori devono solo mantenere la calma”. Mentre l’hacker pare non averla ancora fatta franca, la violazione del sistema ha causato non pochi problemi. Se l’attacco fosse stato consentito esplicitamente dal codice che definisce gli smart contract, questo cambierebbe le carte in tavola: non più un hacker che apre una breccia, ma semplicemente lo sfruttamento di termini contrattuali mal definiti. Se questa ipotesi dovesse rivelarsi vera, nessuna azione legale sarebbe attuabile. A questo punto i 50 ed oltre milioni di dollari sarebbero persi per sempre.