Il tornado che stamattina intorno alle ore 08:00 ha colpito la Laguna Veneta nel suo settore più meridionale, tra Chioggia e Sottomarina, deve ancora essere classificato con ufficialità in base a dati, riscontri e apposite certificazioni. Ma in base alle immagini dei danni provocati sul litorale, dove sono stati distrutti due stabilimenti balneari di Sottomarina (il Mini Camping e il Willy bar), con ogni probabilità è stato un fenomeno tra la categoria F0 e la categoria F1 della Scala Fujita, che misura l’intensità di un tornado in funzione ai danni inflitti alle strutture costruite dall’uomo. In base alle immagini, una prima stima sull’intensità dei venti intorno al vortice d’aria che ha spazzato la spiaggia di Sottomarina oscilla tra i 120 e i 160km/h.
I tornado sono fenomeni da sempre più frequenti anche in Italia, soprattutto nell’alto Adriatico e nella Laguna Veneta che è una delle aree di tutto il Mediterraneo a più alto rischio tornado. Qui, infatti, si sono verificati alcuni dei tornado più devastanti della storia. Il più recente è stato quello della Riviera del Brenta, che l’8 luglio 2015 (quindi meno di un anno fa) provocava una vittima e numerosi feriti, oltre a danni ingentissimi, nella pianura veneta, ad un passo dal litorale. Quel fenomeno è stato ben più violento rispetto a quello di oggi, devastando diversi chilometri di pianura e radendo letteralmente al suolo numerose abitazioni di pregio.
Ma è molto recente anche il tornado del 12 giugno 2012, appena 4 anni fa e anche in quel caso ad inizio giugno: anche quello è stato un fenomeno ben più violento rispetto a quello di oggi, con decine di abitazioni scoperchiate a Sant’Erasmo, molti alberi sradicati e imbarcazioni devastate, oltre a diversi feriti e 15 bambini salvati in extremis dentro un container.
Nove anni fa, il 15 giugno 2007 (anche stavolta proprio ad inizio estate) si verificava il distruttivo tornado dell’Heineken Jammin Festival al Parco San Giuliano di Mestre, con decine di feriti tra cui tra cui anche alcuni automobilisti le cui vetture sono state centrate da alberi mentre si immettevano o lasciavano il ponte translagunare che unisce il centro insulare alla terraferma.
Quindi negli ultimi 9 anni registriamo 4 eventi estremi nella stessa area, tutti tra inizio giugno e inizio luglio, tutti calamitosi. E tra questi, quello di stamattina è stato il meno violento: non si tratta, quindi, di fenomeni rari o inaspettati.
E anche tornando indietro nel tempo, troviamo altri episodi ben più gravi anche nei decenni precedenti. Il più significativo è il violentissimo tornado di categoria F4 sulla Scala Fujita, di forza tale che raramente si vede anche negli USA, dell’11 settembre 1970. Fu una vera e propria tempesta.
Il tornado si formò sui colli Euganei, nel Padovano, e percorse molti chilometri arrivando fin quasi su Jesolo, provocando 36 vittime proprio a Venezia e dintorni. Anche in quel caso la zona più colpita è stata l’isola di Sant’Elena, dove il cono tornadico arrivò dopo aver attraversato il bacino di San Marco. Nelle acque della laguna, il tornado colpì in pieno un motoscafo di linea, affondandolo e uccidendo 21 persone che erano a bordo. Quel giorno caddero praticamente tutti gli alberi della riviera e crollò il muro del Collegio Navale Morosini. Ogni anno l’11 settembre Venezia ricorda le vittime di quel disastro che risale a ben 46 anni fa. Perchè i tornado in Italia, e soprattutto nella Laguna di Venezia, non sono certo una novità dell’estate 2016. E nei prossimi giorni, che saranno caratterizzati da marcata instabilità, potranno verificarsene altri in molte Regioni italiane.