Per anni i medici hanno prescritto le statine con l’obiettivo di ridurre il rischio di attacchi di cuore e ictus causati da livelli eccessivi di colesterolo ‘cattivo’ nel sangue. Ma ora un team di scienziati dice che assumere questi farmaci potrebbe essere inutile, in particolare per chi ha più di 60 anni: non esisterebbe infatti, in questa fascia d’età, un vero legame tra valori del colesterolo Ldl e malattie cardiache, ma anzi questa sostanza potrebbe anche avere un effetto protettivo in grado di scongiurare infezioni e malattie, compreso il cancro. Un gruppo di cardiologi provenienti da 17 Paesi ha recensito 19 studi precedenti, su un totale di 68.000 persone. Un lavoro, pubblicato sulla rivista ‘Bmj Open’, che minaccia di destabilizzare una delle maggiori teorie di base della medicina cardiovascolare.
La British Heart Foundation ha già respinto il rapporto, uno dei cui autori è conosciuto per essere un noto critico delle statine, dicendo che ci sono decenni di studi che dimostrano il legame indissolubile fra malattie cardiache e colesterolo. Ma gli autori della ricerca – guidati da scienziati di Regno Unito, Irlanda, Svezia e Stati Uniti – difendono la loro scoperta. E insistono: “La nostra revisione richiede una rivalutazione delle linee guida per la prevenzione cardiovascolare e, in particolare, sui benefici delle statine“. Il cardiologo londinese Aseem Malhotra ha spiegato: “Le prove scientifiche rivelano che dobbiamo smettere di fare allarmismo quando si tratta di colesterolo e malattie cardiache, e fare invece particolare attenzione alla resistenza all’insulina, il fattore di rischio più importante come precursore di molte malattie croniche“.
Un altro autore, il Sherif Sultano, della University of Ireland, ha dichiarato: “Abbassare il colesterolo con i farmaci come prevenzione cardiovascolare primaria in chi ha più di 60 anni è uno spreco di tempo e risorse“. Ma molti esperti non sono convinti da questi nuovi risultati. Per Jeremy Pearson, associate medical director della British Heart Foundation, si tratta di risultati “che non sono sorprendenti, perché quando diventiamo più anziani molti altri fattori che determinano la nostra salute generale rendono l’impatto dei livelli elevati di colesterolo meno facili da individuare“. Secondo John Danesh dell’Università di Cambridge, “la conclusione di questo rapporto è contraddetta da una grande quantità di importanti studi che mostrano una riduzione del rischio di attacchi di cuore e ictus sia in anziani che in giovani che assumono farmaci per abbassare il colesterolo“. (AdnKronos)