Una concezione tanto antica quanto anormale, almeno per la cultura occidentalista, che di certo non è passata inosservata e ha suscitato la curiosità di molti. Ci troviamo sulle spiagge del Qingdao, nella provincia cinese dello Shandong, e alcune fotografie immortalano innumerevoli bagnanti con indosso maschere di nylon che coprono interamente il loro viso, lasciando scoperti solo occhi, naso e bocca.
Pare che questa “moda” sia molto diffusa tra le donne del Qingdao e risponda a un meccanismo prettamente di parvenza che accomuna gli ideali della maggior parte delle popolazioni asiatiche.
Avere infatti una colorazione bianca sul viso, o comunque priva di macchie solari o di una leggera abbronzatura, nella cultura cinese significa tanto: è un modo evidente per evidenziare lo status sociale, è infatti un sinonimo di prestigio. Un volto asiatico non segnato dal sole palesa l’estraneità che le donne hanno nei confronti dei lavori manuali, indice di povertà e sottomissione.
Inutile dire che i cosmetici più diffusi in queste zone sono le creme sbiancanti in cui sono state trovate tacce di mercurio e altre sostanze dannose per la salute della pelle.
Sembra che comunque non aleggi questa chiusura mentale su tutti i fronti: le autorità cinesi infatti non vedono di buon occhio le maschere di nylon , tant’è che è stato ordinato ai negozi di Qingdao di interromperne la vendita,forse per i materiali scadenti usati per la fabbricazione delle maschere, o probabilmente per la troppa somiglianza che queste hanno con i passamontagna da rapina.