Sanità: il 57% degli italiani è favorevole alle polizze integrative

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Il 57% degli italiani pensa che chi può permettersi una polizza sanitaria o lavora in un settore in cui è disponibile la sanità integrativa, dovrebbe stipularla e aderire. Così si otterrebbero anche benefici pubblici, perché molte persone utilizzerebbero le strutture private, liberando spazio nel pubblico, e perché così si inietterebbero maggiori risorse nel sistema sanitario. Lo rivela la ricerca CENSIS-Rbm Assicurazione Salute presentata oggi a Roma al VI “Welfare Day”. Sono ormai più di 26 milioni gli italiani – secondo l’indagine – che si dicono propensi a sottoscrivere una polizza sanitaria o ad aderire a un Fondo sanitario integrativo.

Se la sanità integrativa attraesse effettivamente tutte queste persone, considerando una spesa pro-capite pari all’attuale spesa privata media nel complesso, si avrebbero 15 miliardi di euro annui in più per la salute. E si potrebbero acquistare molte più prestazioni per i cittadini di quanto riescano a fare oggi singolarmente sui mercati privati. Tra gli aderenti alla sanità integrativa, il 30,7% lo ha fatto perché spendeva troppo di tasca propria e ora risparmia, e il 25% perché la copertura è estendibile a tutta la famiglia. “Bisognerebbe ripensare le agevolazioni fiscali per le forme sanitarie integrative – commenta Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute – per assicurare tutte le prestazioni che oggi sono pagate di tasca propria dagli italiani e per rimuovere le penalizzazioni di natura fiscale per i cittadini che decidono su base volontaria di assicurare la propria famiglia. La sanità integrativa è oramai un’esigenza per tutti gli italiani e non può più essere considerata un benefit per i lavoratori dipendenti o un lusso per i più abbienti”.

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