Scoperto dopo oltre 500 anni il profilo di Leonardo da Vinci. E’ celato nel Codice Atlantico, mimetizzato nel foglio numero 399 dove è disegnato il volto di una nobildonna milanese. Lo annuncia all’Adnkronos la ricercatrice italiana Carla Glori. ”Il maestro -dice – ha nascosto il proprio profilo rovesciato per così dire ”sotto l’ascella” della fanciulla che vi è ritratta di profilo”. Il disegno dell’Ambrosiana, esaminato in originale dalla studiosa, viene ricondotto alla tendenza di Leonardo all’automimesi e alla sua padronanza degli artifici di prospettiva. ”Comparando il ”profilo nascosto” con quello della fanciulla – spiega – si nota una straordinaria somiglianza, che nella parte inferiore del volto è addirittura una ”coincidenza” sovrapponibile, mentre la parte che va dalla base del naso alla fronte diverge solo quel tanto che permette di caratterizzare l’inconfondibile fisionomia di Leonardo stesso”. La somiglianza del profilo della fanciulla disegnata nel foglio è stata verificata dalla studiosa sia sull’Autoritratto che sul ritratto di profilo di Leonardo attribuito al Melzi dalle comparazioni del ricercatore Sergio Frumento.
Ma c’è di più. sulla base delle similitudini delle immagini pubblicate, Carla Glori ipotizza che, per dipingere la Gioconda, Leonardo attraverso interventi mirati abbia ”coniugato” il volto femminile del primo ritratto, (ricostruito dallo studioso Pascal Cotte tramite la macchina multispettrale), con il proprio stesso volto. Per la studiosa un procedimento di ”fusione” analogo si coglie nei due profili dell’Ambrosiana, dove il caratteristico profilo svelato identifica Leonardo, ma al tempo stesso presenta tratti molto simili al profilo della fanciulla della corte milanese. La studiosa prospetta la possibilità che la fanciulla del disegno dell’Ambrosiana sia Bianca Sforza, già identificata nella ”Gioconda” (ritenuto il ritratto nuziale mai consegnato per la morte misteriosa di Bianca poco dopo le nozze). ”La datazione del foglio 399 al 1495 circa concorda con tale ipotesi – sottolinea – poiché sulla parte opposta di quel foglio si trovava il disegno della statua equestre di Leonardo asportato e ora a Windsor”. Insomma ”la trasformazione del volto originario, (posta in luce con la clamorosa scoperta di Cotte nel 2015) nel volto enigmatico del Louvre, oltre che in base all’automimesi viene giustificata – al pari dell’uso del soprannome Gioconda – per la necessità di Leonardo di mascherare il vero volto di Bianca, il cui ritratto – portato via da Milano nel 1499 – era troppo scomodo da mostrare nelle corti della penisola, trattandosi della primogenita del Moro sconfitto e messo al bando”. Lo studio sul foglio 399 è stato raccolto da Carla Glori in un libro ”ogni dipintore dipinge sé” che la ricercatrice ha deciso di mettere a disposizione di chiunque voglia approfondire l’argomento.