Uno schermo difensivo estremamente instabile e originato da numerosi poli: questo doveva essere l’aspetto con cui si presentava il campo magnetico terrestre in un periodo compreso tra 650 milioni e un miliardo di anni fa. E’ l’ipotesi formulata da Peter Driscoll, ricercatore del Carnegie Institution for Science di Washington, e autore dello studio“Simulating 2 Ga of geodynamo history”, recentemente pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.
La Terra, com’è noto, presenta un campo magnetico la cui origine è connessa alla dinamica del ferro fluido che si trova nella parte esterna del suo nucleo. E a tale movimento si deve anche il mantenimento di questo scudo che, deviando i raggi cosmici e le particelle ad alta energia, protegge la vita sul pianeta.
Tuttavia, il cuore del nucleo terrestre non è stato sempre solido e gli studiosi si sono spesso interrogati sull’influenza che il processo di solidificazione può aver esercitato sul campo magnetico. Per ricostruire la ‘storia magnetica’ del nostro pianeta, geologi e planetologi si sono basati sull’analisi di antiche rocce che portano su di sé la ‘firma’ della polarizzazione terrestre nel periodo in cui si sono formate.
I dati ottenuti dalle rocce attestano che per buona parte del passato della Terra il campo magnetico è stato attivo, senza particolari cambiamenti di intensità, ed ha avuto la nota struttura a due poli.
L’interesse degli studiosi si è quindi concentrato su anomalie e differenze notate per l’era Neo-proterozoica (500 milioni – 1 miliardo di anni fa), che hanno fatto ipotizzare un’eventuale connessione ad un evento decisivo come il processo di solidificazione del nucleo.
Il modello utilizzato da Peter Driscoll nel suo studio, che comprende anche simulazioni 3D, propone l’inizio di tale processo circa 650 milioni di anni fa in corrispondenza con le fluttuazioni del campo magnetico individuate nelle testimonianze geologiche. La Terra, quindi sarebbe passata dal ‘classico’ scudo strutturato con due poli ad uno più fluttuante in termini di intensità e di direzione, generato da più poli.
Dopo l’inizio del processo di solidificazione, secondo le simulazioni dello scienziato, il campo magnetico sarebbe tornato nella ‘versione’ a due poli. L’ipotesi formulata può schiudere nuovi scenari di ricerca, ad esempio l’utilizzo di misure magnetiche per approfondire il movimento dei continenti.