Tecnologia, alcol e cannabis: ecco come vivono gli adolescenti italiani

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Fanno uso di alcol, tabacco e cannabis, ma sono anche i maggiori fruitori di tecnologia. E hanno un comportamento sessuale sempre più centrato sull’apparire. Questo l’identikit dei 2,3 milioni di adolescenti italiani, tracciato dal nono Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, realizzato dal Gruppo Crc, e pubblicato e diffuso oggi, a 25 anni dalla ratifica della Convenzione nel nostro Paese.

Gli adolescenti tra 14 e 17 anni che vivono in Italia sono 2.293.778, di cui 186.450 stranieri. Dal rapporto emerge che il 92,6% utilizza giornalmente il cellulare, il 42% trascorre davanti al televisore da una a 2 ore al giorno. Inoltre giocano regolarmente d’azzardo online, e quelli che subiscono o hanno subìto azioni di bullismo e/o cyberbullismo, anche omofobico, sono oltre il 50%.

Per quanto riguarda la scuola, l’Italia è tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione: nel 2014, il 15% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha conseguito al massimo il titolo di scuola media. Molti dispersi finiscono per rientrare nella categoria dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano (not in education, employment or training). Però, gli adolescenti italiani leggono. Secondo il report, sebbene in Italia la fruizione culturale e in particolare la lettura sia molto carente, le fasce d’età 11-14 e 15-17 anni mostrano percentuali migliori rispetto al totale della popolazione: rispettivamente il 52% e il 54% hanno letto almeno un libro nel 2015, rispetto al 42% della popolazione dai 6 anni in su. In tutte le fasce, anche quelle adolescenziali, il divario tra maschi e femmine è molto pronunciato, con le ragazze 15-17 che arrivano al 66% (2 su 3 legge), a fronte del 43% dei ragazzi.

Il Gruppo Crc sottolinea la necessità di interventi educativi qualificati che coinvolgano sinergicamente e congiuntamente il cosiddetto “quadrilatero formativo” (famiglia, scuola, istituzioni, Terzo settore) e, allo stesso tempo, attivino le risorse dei ragazzi e delle ragazze e ne valorizzino il protagonismo.

Investire adeguatamente – si sottolinea nel rapporto – significa permettere agli adolescenti di progettare percorsi di vita, rafforzati da un forte senso di appartenenza e di cittadinanza, e di viversi fuori dalla marginalità, come protagonisti reali e non virtuali del tessuto sociale; significa riconoscergli il diritto a una formazione continua ed efficace e alla sperimentazione di sé attraverso percorsi scuola-lavoro organizzati. E’ urgente che si ricominci a parlare dell’adolescenza come di una fase di crescita, di evoluzione e di preparazione all’età adulta”.

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