La Food and Drug Administration (Fda) americana ha concesso l’approvazione accelerata per il farmaco immunoetrapico atezolizumab. La nuova indicazione terapeutica rivoluziona dopo 30 anni la vita dei pazienti affetti da tumore alla vescica. Il farmaco è stato autorizzato per il trattamento di pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico con progressione della malattia durante o dopo la chemioterapia a base di platino, o la cui malattia sia peggiorata nei dodici mesi successivi alla chemioterapia a base di platino instaurata sia prima sia successivamente all’intervento chirurgico. La notizia resa nota in occasione del 52esimo congresso della Società Americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago fino al 7 giugno. Il tumore alla vescica è purtroppo un tumore frequente: in Italia rappresenta il 3° tumore per prevalenza ed ha un’incidenza stimata in circa 27.000 nuovi casi all’anno, circa 22.000 negli uomini e 5.000 nelle donne. Il carcinoma uroteliale, in particolare rappresenta il 90% di tutti i tumori della vescica e può anche essere localizzato nella pelvi renale, nell’uretere e nell’uretra. Si tratta della nona forma di cancro al mondo per diffusione, con 430.000 nuovi casi diagnosticati nel 2012, responsabile della morte di circa 145.000 persone ogni anno. Più frequente nel maschio – il rapporto è 3 uomini rispetto a 1 donna – è anche più comune nei Paesi sviluppati rispetto a quelli meno sviluppati. In genere è associato a prognosi infausta e, nella sua fase metastatica, ha scarse possibilità di cura.
“Con l’approvazione della Fda, dopo oltre 30 anni in cui sono mancate significative novità per il trattamento dei tumori uroteliali della vescica, oggi registriamo un importante passo avanti,” commenta il dott. Sergio Bracarda, Direttore UOC Oncologia Medica, Ospedale San Donato, Azienda USL Toscana Sud-Est, Istituto Toscano Tumori. “I risultati dello studio di fase II, IMvigor210, su cui si è basata l’approvazione dell’agenzia americana, dimostrano l’efficacia degli inibitori di checkpoint in questa patologia e in particolare nel caso specifico di atezolizumab e sottolineano l’importante ruolo che potrà avere l’immunoterapia anche in questa patologia. Ora attendiamo fiduciosi che questi risultati vengano confermati da uno studio di Fase III già in corso.” Atezolizumab rappresenta una nuova immunoterapia oncologica in grado di interagire con il sistema immunitario nella cura di pazienti colpiti da cancro della vescica progredito dopo la chemioterapia a base di platino. “L’immunoterapia oncologica personalizzata, destinata ad aiutare il sistema immunitario del paziente a combattere il cancro -ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche – rappresenta l’obiettivo attuale della ricerca Roche, impegnata da oltre 50 anni nell’intento di ridefinire le cure in oncologia. Il tipo più frequente di tumore della vescica è il carcinoma a cellule transizionali che costituisce circa il 95% dei casi. Altre forme di carcinoma alla vescica sono rappresentate dall’adenocarcinoma e dal carcinoma squamoso primitivo ma sono decisamente meno frequenti. Rappresentano fattori di rischio: il fumo di sigaretta (che costituisce il principale fattore), l’esposizione cronica alle amine aromatiche e nitrosamine (frequente nei lavoratori dell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio), eventuali radioterapie che hanno coinvolto la pelvi, l’assunzione di alcuni farmaci come la ciclofosfamide e la ifosfamide. Anche la dieta gioca un ruolo importante: fritture e grassi consumati in grande quantità sono infatti associati ad un aumentato rischio di ammalarsi di tumore della vescica. “