Allarme mesotelioma, patologia tumorale rara legata all’esposizione all’amianto. L’incidenza è in costante aumento, con un picco massimo atteso da qui a 5-10 anni. Contro questo tumore, su cui al momento non vi sono farmaci in grado di incidere significativamente, si sta sperimentando una nuova strategia terapeutica, presentata dalla Fondazione Nibit – Network italiano per la bioterapia dei tumori al 52.esimo congresso annuale dell’Asco (American Society of Clinical Oncology) a Chicago. Lo studio Nibit-Meso-1, primo trial del genere al mondo, valuterà l’associazione di due anticorpi immunomodulanti nel trattamento del mesotelioma maligno.
L’obiettivo è “agire su due fasi differenti dell’attivazione della risposta immunitaria – spiega Luana Calabrò, principal investigator – utilizzando due diversi anticorpi immunomodulanti, che stanno entrambi evidenziando risultati clinici promettenti sia quando utilizzati da soli che in combinazione, in differenti tipi di tumori“. In maniera diversa, le molecole inviano segnali attivatori alle cellule del sistema immunitario per renderlo più reattivo contro il tumore: il primo anticorpo (tremelimumab di AstraZeneca) agisce nelle fasi iniziali dell’attivazione della risposta immunitaria, il secondo (durvalumab di AstraZeneca) è diretto contro PD-L1 e agisce in una fase più tardiva. La sperimentazione di fase 2 coinvolge 40 pazienti non trattati in precedenza o che hanno fallito una prima linea chemioterapica. Lo studio Nibit-Meso-1 si dovrebbe concludere entro l’estate: se emergeranno dati significativi sull’efficacia della combinazione terapeutica, sarà disegnato un nuovo studio clinico multicentrico in pazienti non pretrattati.
All’Asco la Fondazione Nibit presenta anche un altro studio (Nibit-M4) che valuta, per la prima volta, la combinazione di un farmaco immunoterapico e di uno epigenetico nel trattamento del melanoma metastatico. “Entrambi gli studi – sottolinea il presidente della Fondazione Nibit, Michele Maio, direttore dell’Unità operativa complessa di Immunoterapia oncologica dell’azienda ospedaliera universitaria senese – sono stati disegnati per patologie nelle quali c’è grande bisogno di esplorare nuovi approcci terapeutici e sono una conferma ulteriore che la ricerca italiana è capofila nell’immunoterapia dei tumori a livello internazionale“.