L’immunoterapia si conferma l’arma più promettente contro uno dei principali big killer, il tumore del polmone, neoplasia fra le più temute e diffuse. Sono circa 41.000 i nuovi casi registrati in Italia nel 2015, ma notizie incoraggianti arrivano dal 52.esimo Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco) in corso a Chicago fino al 7 Giugno. Risultati positivi si sono ottenuti con l’uso di nivolumab, molecola per cui l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo scorso marzo ha stabilito la rimborsabilità nel melanoma metastatico e nel tumore del polmone non a piccole cellule squamoso avanzato.
“La forma squamosa è tipica dei fumatori – spiega Federico Cappuzzo, direttore dell’Oncologia all’ospedale di Ravenna – Solo il 15% dei casi di tumore del polmone riguarda i non fumatori, che di solito presentano mutazioni genetiche e possono essere trattati con farmaci a bersaglio molecolare. Ma l’85% delle diagnosi interessa i tabagisti, che non sono caratterizzati da queste alterazioni e non disponevano finora di armi realmente efficaci“. Nello studio registrativo, ricorda l’esperto, “nivolumab ha evidenziato un tasso di sopravvivenza a un anno del 42% e una riduzione del rischio di morte del 41% rispetto alla terapia standard. Nello stesso tempo, agendo direttamente sul sistema immunitario, ha dimostrato un profilo di sicurezza vantaggioso rispetto alla chemioterapia, garantendo una qualità di vita nettamente migliore. E’ il più importante risultato mai ottenuto finora e il primo reale passo in avanti negli ultimi venti anni in una neoplasia particolarmente difficile da trattare“.