Turismo, tutti pazzi per la Sicilia: aumento di presenze del 20% rispetto allo scorso anno

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Tutti pazzi per la Sicilia. Complice la crisi dell’area del Mediterraneo, è l’Isola la meta preferita per le vacanze 2016. Soprattutto dagli stranieri. “Fino a maggio i dati parlano di un aumento delle presenze del 20% rispetto allo scorso anno – dice all’AdnKronos Antonio Mangia, presidente di Aeroviaggi – Il mercato italiano va meno bene rispetto a quello estero, ma prevediamo una stagione molto favorevole“. In particolare per le strutture balneari. Perché nonostante il suo patrimonio artistico, storico e culturale, la Sicilia “continua a essere ricercata principalmente per il suo mare” spiega Mangia. Dunque sono le spiagge e l’acqua cristallina ad attirare i turisti, “che nei mesi di giugno, luglio e agosto chiedono soggiorni nelle località balneari“. Anche le città d’arte vanno bene, ma “attirano visitatori soprattutto nella bassa stagione da aprile a maggio e da settembre a ottobre“. L’Isola mantiene, dunque, il suo appeal e a confermarlo c’è anche la classifica stilata da eDreams. L’agenzia di viaggi on line ha analizzato i propri dati di prenotazione voli e nella top ten delle mete estive le città siciliane sono tre: Catania, che conquista il podio, Palermo (al terzo posto) e Trapani in decima posizione. E se la Sicilia si prepara a una stagione con una crescita a doppia cifra, anche le sue isole minori tirano un sospiro di sollievo dopo anni di crisi. “Rispetto allo scorso anno a maggio abbiamo registrato una crescita del 5%, a giugno del 10%grazie soprattutto alla presenza di turisti stranieri – spiega all’AdnKronos Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie e Isole Minori Sicilia -. Il trend di luglio e agosto, quando a scegliere le isole sono soprattutto gli italiani, è un aumento del 5%, complice una crisi da cui il Paese non è uscito del tutto. A differenza delle Eolie, scoperte da resto del mondo già dagli anni ’50 grazie a Rossellini, a Ingrid Bergman e Anna Magnani, le altre isole minori della Sicilia, da Pantelleria e Lampedusa alle Egadi si sono affacciate con ritardo sul mercato straniero“. A scegliere le Eolie, invece, sono in particolare francesi e tedeschi. “Fanno turismo organizzato – spiega Del Bono – e muovono grandi numeri“. Sul fronte della clientela individuale la parte del leone spetta agli inglesi, seguiti da austriaci e svizzeri. “Negli ultimi anni abbiamo assistito anche a un nuovo fenomeno, il turismo di ritorno, emigrati, talvolta anche di seconda e terza generazione, soprattutto australiani e americani, che decidono di visitare i luoghi in cui sono nati i loro avi“. Più sporadica, invece, la presenza di russi. “E’ una domanda di lusso che non siamo ancora attrezzati a fornire” dice il presidente di Federalberghi Isole Eolie, per il quale chi sceglie l’arcipelago eoliano è soprattutto “un turista colto, che apprezza non solo il mare ma anche i villaggi preistorici, i vulcani, i siti Unesco, l’immenso patrimonio culturale su cui le Eolie possono contare”. La permanenza media è di 3,5 giorni. “Negli ultimi tempi si è abbassata – ammette Del Bono -, principalmente per due ragioni. Innanzitutto perché sono cambiate le abitudini dei viaggiatori, che durante l’anno si concedono short break, la vacanza breve di fine settimana. In secondo luogo, perché di frequente le Eolie sono la tappa di un tour che prevede soste in altre zone della Sicilia“. Ma ai numeri ufficiali si aggiungono le presenze non registrate, il vasto mondo del sommerso, che secondo Federalberghi nell’arcipelago ha una dimensione piuttosto ampia. “Con una previsione ottimistica – aggiunge Del Bono – possiamo dire che la proporzione strutture regolari/irregolari è di una su cinque. Alle Eolie si registrano 500mila presenze l’anno regolari, ma quelle complessive, sempre su base annua, sono tra i 2 milioni e i 2,5 milioni. L’abusivismo e il sommerso penalizza chi è in regola e danneggia l’intera economia“. Ma quello degli irregolari non è l’unico problema. Per rendere la Sicilia ancora più attraente si potrebbe fare di più. E il numero uno di Federalberghi Isole Eolie e Isole Minori Sicilia ha la sua ricetta. “La Regione siciliana – spiega – dovrebbe comprendere la trasversalità del settore, invece l’assessorato al turismo è stato svuotato di competenze. Sarebbe necessaria una stretta collaborazione con gli assessorati alle Attività produttive, al Territorio e ambiente e ai Beni culturali“. Ma soprattutto per Del Bono, occorre “prendere coscienza che lo sviluppo turistico si fa con strategie di ampio respiro. Serve una cabina di regia pubblico/privato con una pianificazione a breve, medio e lungo termine – conclude. Sbagliano gli imprenditori che bussano alle porte dell’assessorato per chiedere soldi, quello che dobbiamo pretendere al contrario sono infrastrutture e una cornice programmatica, perché senza il turismo non decolla“.

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