Un violento tornado devasta il litorale di Sottomarina: ecco perchè sono eventi così frequenti in questo periodo dell’anno

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Anche nella giornata odierna l’instabilità convettiva, caratterizzata dal continuo sviluppo di temporali sparsi, ha continuato a farla da padrone su gran parte delle nostre regioni settentrionali, causa il costante afflusso in quota di aria un po’ più fredda e umida che tende a scorrere al di sopra di uno strato di aria decisamente più calda, ma molto umida. Il progressivo ingresso nella media troposfera di aria più fredda, e piuttosto instabile, come capita sovente, tende ad inasprire il “gradiente termico verticale”, agevolando lo sviluppo di intensi moti convettivi che hanno alimentato grandi cumulogenesi. Molte di queste cumulogenesi, cresciute nel giro di pochissime ore, sono poi sfociate in diverse Cellule temporalesche e nuclei convettivi multicellulari che nella giornata odierna hanno interessato diverse aree del Veneto, spostandosi successivamente verso l’alto Adriatico e la Croazia, dove si sono verificati forti rovesci temporaleschi, con grandinate e colpi di vento.

I temporali più intensi, nel corso della mattinata, hanno colpito proprio le coste del Veneto, ed in particolare la laguna di Venezia, con forti scrosci di pioggia, chicchi di grandine e colpi di vento che hanno preceduto e accompagnato il sistema convettivo che procedeva verso l‘alto Adriatico.

Nel corso della mattinata, poco dopo le 08:00 AM, dalla base, piuttosto bassa, dell’esteso cumulonembo temporalesco che sovrastava il litorale di Chioggia sì è venuto a formare dapprima una “nube ad imbuto” che ha cominciato ad ingrossarsi fino a toccare la superficie del mare, divenendo un grande “waterspout”, molto ben pronunciato, che da molti osservatori sul posto è stato scambiato per un vero e proprio tornado, come quelli che si formano spesso lungo le grandi pianure centragli degli Stati Uniti. La grande tromba d’aria si è formata nello specchio di mare antistante Sottomarina di Chioggia. Nel giro di pochi minuti l’imponente “waterspout” ha cominciato a muoversi in direzione della spiaggia di Sottomarina di Chioggia, dove ha devastato due stabilimenti balneari del luogo (il Mini Camping e il Willy bar).

Fortunatamente a quell’ora in spiaggia non c’era quasi nessuno, tranne i gestori e i lavoratori che si sono rifugiati in tempo. Probabilmente se fosse accaduto in pieno giorno, ci saremmo trovati di fronte l’ennesima tragedia, con morti, feriti e ingentissimi danni materiali. Ma stavolta, per merito dell’orario, non si sono registrati feriti o vittime. Ma solo danni materiali ai due stabilimenti balneari presi di mira dall’imponente vortice proveniente dal mare.

Subito dopo aver toccato terra la struttura vorticosa è andata progressivamente a dissiparsi quasi del tutto.

Fortunatamente, malgrado gli ingenti danni nelle principali isole della Laguna, la grande tromba d’aria non ha provocato ne feriti e neppure vittime.

Generalmente questi piccoli tornado, più comuni di quanto si possa pensare nella pianura Padana durante il periodo estivo, seguono quindi l’evoluzione di un normale temporale o di semplici Cellule temporalesche, come quelle osservate in questi giorni sul Catino Padano. Rispetto ai veri Twister nord-americani sono poco duraturi, spesso di scarsa intensità e si spostano lentamente, per esaurirsi nel giro nel giro di 15-20 minuti seguendo il corso del temporale.

Nonostante ciò questi vortici sono in grado di provocare danni significativi o persino uccidere persone, per cui anche in assenza di “Wall Cloud” non è escluso che si possano formare questi vortici cosi grossi, ma pur sempre di dimensione ridotta rispetto ai comuni “tornadoes” statunitensi. Bisogna anche tenere presente che a differenza dei tornado normali questi non hanno alcun tipo di riscontro visivo (“Wall cloud“) e al radar (presenza del Mesociclone, con il classico uncino).

Di solito i “waterspout”, come quello visto in laguna, si originano durante la fase di sviluppo e maturità delle singole Celle e delle Celle più giovani inserite in un più ampio sistema multicellulare, quando le correnti ascendenti prevalgono sui moti discendenti. In Italia, come su buona parte del continente europeo, i fenomeni vorticosi sono tutt’altro che rari. Sul nostro paese, visto la particolare disposizione orografica, l’intero territorio nazionale quasi ogni anno è soggetto al passaggio di fenomeni vorticosi di debole e media intensità, EF-0 EF-1 EF-2 sulla nuova scala Fujita, ben più rari sono gli eventi sopra i EF-3 che per nostra fortuna si ripetono dopo svariati anni.

L’area di massima formazione, tra la tarda primavera, l’estate e l’inizio dell’autunno, è proprio la pianura Padana, la costa fra Veneto e Friuli, dove gli avvistamenti dei fenomeni vorticosi sono molto frequenti.

Le situazioni sinottiche ideali alla formazione dei fenomeni vorticosi sulla pianura Padana si ottengono solitamente in presenza di richiami d’aria calda e molto umida da SO e S-SO, mentre da Ovest o da NO, avanza un fronte freddo o un nucleo di aria più fredda in quota che scorre sopra l’aria calda e molto umida preesistente nei bassi strati, scalzandola verso l’alto e originando le forti turbolenze che favoriscono l’esplosione dei cumulonembi temporaleschi (quelli alti fino a più di 12-13 km).

Durante l’autunno e l’inverno invece sono comuni i cosiddetti “Waterspout” che molto spesso si osservano durante il passaggio delle intense “Squall line pre-frontali” fra l’area del Golfo di Genova, le coste tirreniche e adriatiche e lo Stretto di Messina.

In sostanza qualunque moto ascendente che sia rapido e che abbia diverse velocità ai vari livelli troposferici è potenzialmente carico di moti vorticosi, che possono poi rappresentare un buon potenziale per produrre delle possibili trombe d’aria.

La stragrande maggioranza dei fenomeni vorticosi che si vedono in Italia sono originati da “Shelf Cloud” molto attive e ben formate. In questi casi il moto rotatorio che forma la tromba d’aria viene innescato dal “downdraft” associato alla precipitazione.

In genere se il “downdraft” annesso non ha intensità omogenea lungo tutta la “Shelf Cloud” essa può subire una inclinazione o addirittura una frattura per la diversa spinta da esso generato. L’inclinazione della “Shelf Cloud” può essere cosi spinta che una parte di essa può arrivare a toccare il suolo formando una tromba d’aria.

L’evoluzione del fenomeno è così rapida che sovente si osserva la tromba d’aria già formata e sviluppata. In altre occasioni, ben più rare, le trombe d’aria o i “waterspout” che si generano in seguito a forti turbolenze proprie della “Shelf Cloud” che riescono a sfondare e a raggiungere il suolo.

Il moto rotatorio necessario per la formazione della tromba d’aria viene quasi generato dalla linea di demarcazione esistente tra la corrente ascensionale e quella discendente che non sempre origina “Shelf Cloud”.

La linea di demarcazione insiste fino a quando la Cella convettiva è attiva da avere contemporaneamente forti moti ascensionali e discendenti.

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