Borse, zaini, parte di un computer portatili. Sono alcuni degli oggetti ritrovati su una spiaggia del Madagascar che potrebbero appartenere ai passeggeri del volo MH370 della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo 2014 nell’Oceano indiano. Non ci sono etichette che li possano identificare come appartenenti alle 239 persone a bordo dell’aereo, quindi Blaine Gibson – l’americano che con mezzi propri e in modo del tutto autonomo sta conducendo delle ricerche e che tre mesi fa ha rinvenuto pezzi della fusoliera trovati in Mozambico – ha pubblicato più di 50 fotografie su un sito di sostegno alle vittime, nel tentativo di vedere se qualcuno li riconosce.
“Potrebbero anche essere caduti da una nave“, ha detto alla Bbc, aggiungendo tuttavia di averli “trovati sullo stesso tratto di spiaggia dove ho trovato il rottame dell’aereo, quindi è importante che essi siano analizzati in modo corretto“. Gli oggetti personali trovati comprendono una borsa bianca, nera e rossa con ‘Angry Birds‘, una borsa scozzese e parte di un portatile nero con inciso le lettere ‘Mensa‘. Gibson li ha trovati agli inizi di giugno sulla spiaggia Riake, sull’isola di Nosy Boraha, nel nord-est del Madagascar. Un investigatore malese sarebbe dovuto arrivare sull’isola per raccogliere i pezzi, ma il viaggio è stato annullato all’ultimo minuto dal suo superiore. “Noi non sappiamo perché”, ha detto Gibson. Ora le famiglie hanno preso le cose nelle loro proprie mani rilasciando le immagini.
Nel frattempo oggi Malaysia, Cina ed Australia si incontreranno per decidere su come orientare le ricerche dell’aereo MH370. I tre paesi sono impegnati nelle ricerche dell’aereo scomparso e finora sono stati esplorati quasi 120.000 chilometri quadrati di fondale dell’area dell’Oceano Indiano che era stata individuata come quella del probabile inabissamento dell’aereo. Questa fase delle ricerche dovrebbe concludersi il prossimo mese a meno che non si troveranno “nuove informazioni credibili“. AdnKronos