Adenoma ipofisario: cause, sintomi, diagnosi e cura

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L’adenoma ipofisario è un tumore benigno riguardante l’ipofisi, piccola ghiandola situata alla base del cranio che controlla la secrezione ormonale delle varie ghiandole endocrine dell’organismo e regola importanti funzioni vitali (crescita, sviluppo neuropsichico, riproduzione, gravidanza, metabolismo energetico ecc.).

CAUSE: E’ tuttora dibattuto se gli adenomi ipofisari rappresentino una lesione primitiva dell’ipofisi o siano originati da una disfunzione che determina iperplasia seguita da trasformazione adenomatosa.

SINTOMI: Tra i sintomi di adenoma ipofisario: cefalea e problemi visivi, disfunzioni endocrine tra cui amenorrea, calo della libido, aumento di peso, aritmia cardiaca, scompensi metabolici, osteoporosi, glicemia alterata, ipertensione.

DIAGNOSI: La diagnosi del tumore dell’ipofisi non è sempre facile. Il primo passo è rappresentato da un’attenta visita medica, durante la quale lo specialista annota i sintomi e la presenza in famiglia di altri casi di tumore dell’ipofisi o di alcune sindromi ereditarie.

ADENOMA IPOFISARIO 3Se in base ai risultati della visita resta il sospetto di tumore dell’ipofisi, vengono valutati i livelli ormonali con un semplice prelievo di sangue e con un esame delle urine. Quando si sospetta che il tumore abbia ridotto la funzione della parte sana dell’ipofisi, si valutano sia i livelli degli ormoni ipofisari sia di quelli prodotti dalla ghiandola bersaglio. Infine, per confermare la diagnosi, sono indicati esami di tipo neuro-radiologico come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM) che permettono di identificare lesioni anche di piccole dimensioni. Un esame per valutare la vista e il campo visivo può essere utile per la diagnosi di una massa tumorale all’ipofisi che comprime il nervo ottico.

CURA: Due sono le tecniche chirurgiche impiegate: l’approccio transfenoidale se l’adenoma è di piccole dimensioni ed ha un basso grado di aggressività; l’approccio transcranico negli altri casi. L’approccio farmacologico è effettuato negli adenomi ipofisari con ipersecrezione di prolattina o di GH, mentre la radioterapia è impiegata negli adenomi sui quali non è possibile intervenire chirurgicamente o che non traggono giovamento dal trattamento farmacologico. La radioterapia può essere usata dopo l’intervento chirurgico per distruggere eventuali cellule neoplastiche residue.

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