Clima: 100 milioni di persone nel mondo colpite dai due fenomeni El Niño e La Niña

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Sono necessari nuovi sforzi coordinati da parte di governi e comunità internazionale per aiutare le persone colpite dagli effetti devastanti del fenomeno climatico El Niño su scala mondiale: su ciò concordano i direttori di tre agenzie delle Nazioni Unite – l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma alimentare mondiale (Pam) – riuniti oggi a Roma. Circa 3,5 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Nei paesi maggiormente colpiti 1,6 milioni di persone sono soggetti a insicurezza alimentare a vari livelli. “Dobbiamo cambiare la strategia di risposta e fare fronte alle cause strutturali della poverta’ e dell’insicurezza alimentare, non limitandoci alla risposta umanitaria ogni qualvolta si verifica un’emergenza“, ha dichiarato il direttore generale della Fao, Jose’ Graziano da Silva. Sono state gravemente colpite da El Niño circa 10,5 milioni di persone che vivono ad esempio nel “Corridoio asciutto” in America centrale, una regione caratterizzata da deforestazione e carenza di risorse idriche. A livello globale, oltre 60 milioni di persone, di cui 40 milioni in Africa orientale e meridionale, rischiano insicurezza alimentare a causa del fenomeno.

A sommarsi alle conseguenze di El Niño, sopraggiunge La Niña: si tratta di due fenomeni meteorologici opposti che portano siccità in alcune aree e forti piogge in altre, e potrebbero avere un impatto negativo su 100 milioni di persone nel mondo. El Niño, tra i piu’ intensi degli ultimi decenni, è ormai cessato, ma sussiste ora la probabilità (tra il 55 e il 70%) che prima della fine del 2016 subentri La Niña, che raffredda le acque del Pacifico portando piogge e inondazioni dove di consueto El Niño genera siccità, e viceversa. “L’impatto di El Niño sui mezzi di sussistenza agricoli è stato enorme, e con La Niña la situazione potrebbe peggiorare“, ha dichiarato il direttore generale della Fao. E’ fondamentale aiutare i piccoli agricoltori, ha spiegato la vicepresidente associata dell’Ifad Lakshmi Menon, “più vulnerabili alle condizioni climatiche e non in grado di riprendere l’attività dopo uno shock“.

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