Geoparchi: due eventi in Calabria e Basilicata, alla scoperta del Pollino

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Sarà la prima uscita ufficiale dei Geoparchi Italiani  dopo il riconoscimento UNESCO avvenuto lo scorso novembre a Parigi. Avremo il Presidente Mondiale dei Geoaprchi Mondiali Unesco prof. Nickolas Zouros dalla Grecia. L’obiettivo è  far conoscere e capire il ruolo dei Geoparchi Unesco a livello nazionale e quale è il contributo che essi danno allo sviluppo ecosostenibile dei territori. Saranno presenti tutti i Geoparchi Italiani e molti territori che vogliono ottenere questo riconoscimento. La geodiversità ancora una volta protagonista per la sostenibilità delle aree protette”. Lo ha dichiarato Aniello Aloia, Coordinatore Nazionale dei Geoparchi Italiani. Inizia dunque Lunedì in Italia, a Mormanno, bellissimo borgo della Calabria, la Prima Conferenza degli Unesco Geoparchi Italiani, l’ottavo Workshop Nazionale dei Geoparchi.

Lunedì 4 Luglio – Mormanno in Calabria – ore 10 inizio al Teatro di Mormanno, provincia di Cosenza, con un parterre importantissimo. Ci saranno Dorina Bianchi, Sottosegretario ai Beni Culturali, Vincenza Lomonaco, Ambasciatrice Italiana presso l’Unesco, Nickolas Zouros, Presidente Mondiale dei Geoparchi UNESCO, Giampiero Sammuri, Presidente Nazionale della Federparchi, i Presidenti delle Regioni Calabria e Basilicata ,Mario Oliverio e Marcello Pittella, il Consiglio Nazionale dei Geologi,  tutti i Presidenti dei 10 Geoparchi Italiani, i Presidenti degli Ordini Regionali dei Geologi della Calabria e della Basilicata, Francesco Fragale e Nunzio Oriolo. Il Geoparco del Pollino abbraccia parte della Calabria e parte della Basilicata. Il giorno 5 Luglio la Conferenza si trasferirà a Senise in Basilicata. Conferenze ma anche escursioni e briefing stampa. Il 6 Luglio briefing stampa nella Grotta del Romito per ammirare da vicino una delle più importanti testimonianze del Paleolitico Superiore.

I geologi guardano con molto interesse alla rete dei geoparchi – ha dichiarato Francesco Violo,  Segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi e già Presidente dei Geologi della Calabria –  in quanto rappresenta un formidabile strumento per promuovere da un lato strategie di sviluppo sostenibile ed efficace all’interno dei propri territori, dall’altro  diventano uno strumento importante d’informazione, soprattutto delle comunità locali, sulle moderne sfide ambientali e su come affrontare i rischi geologici. Ed è evidente che il geologo risulta essere una figura professionale competente per la gestione e sviluppo dei geoparchi e per guidare le attività geoturistiche.

Il  Geoparco del Pollino in particolare, ubicato a “cavallo” di due regioni, Calabria e Basilicata, così ricche di siti di grande interesse geologico-geomorfologico e paesaggistico ma nello stesso tempo estremamente esposte ai rischi geologici, rappresenta un baluardo per la tutela del patrimonio geologico ed idrogeologico (rappresentando tra l’altro anche  una importantissima  area di ricarica di falde acquifere sotterranee), un patrimonio di grande potenzialità economica”.https://ssl.gstatic.com/ui/v1/icons/mail/images/cleardot.gif

Un vero evento nell’evento quello che inizierà Lunedì 4 Luglio –ha dichiarato Domenico Pappaterra, Presidente del Geoparco Unesco del Pollino –  e che vedrà protagoniste Calabria e Basilicata, l’intero territorio del Geoparco del Pollino.

Lunedì  per l’inaugurazione dei lavori di quella che sarà nei fatti la Prima Conferenza degli Unesco Geoparchi Italiani avremo a Mormanno, alle ore 10, il sottosegretario ai Beni Culturali, Dorina Bianchi, tutti i presidenti dei geoparchi italiani, soprattutto avremo il Presidente Mondiale Nikolas Zouros. Martedì 5 seconda giornata di lavori invece in Basilicata presso il Complesso di San Francesco nel paesino di  Senise. Il 6 Luglio la stampa, alle ore 15 potrà ammirare la più grande testimonianza del Paleolitico Superiore ritrovata nella Grotta del Romito. Sarà un vero viaggio nel Pollino.  Si tratta della “più maestosa e felice espressione del verismo paleolitico mediterraneo. Vedremo  LE COMUNITÀ ARBËRESH  arrivate tra il XV e il XVI secolo per sfuggire al dominio dell’Impero Ottomano e da allora sono rimaste a San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Plataci, Civita, Frascineto, San Basile, Lungro e Acquaformosa. Le comunità del Pollino mantengono in vita usi, costumi, tradizioni popolari, lingue e dialetti, caratteri etno-antropologici, riti, feste civili e religiose di antichissima origine. In particolare, sul versante sud-orientale del Parco,  vi sono antiche colonie di origine albanese: San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Plataci, Civita, Frascineto, San Basile, Lungro e Acquaformosa.  Tali comunità  insediarono in territori poco accessibili e isolati per le particolari condizioni geomorfologiche e rimasero  isolate, per ragioni economiche, religiose e politiche, per quasi cinque secoli, identificandosi  fortemente nella loro lingua, nella loro etnia, nella loro religione, nella loro cultura, conservando, così, vivi e autentici molti tratti peculiari delle loro originarie radici. Attraverso la cultura materiale, le tradizioni, i costumi, il rito religioso greco-bizantino, la parlata arb?reshe, i canti popolari, i racconti degli anziani si possono apprendere i modi di vita, le loro coinvolgenti vicende, la fuga e l’abbandono della madre patria, le gesta e il coraggio del loro eroe, Skanderbeg, morto nel 1468. Le parrocchie delle Comunità arb?reshe dipendono dalla Eparchia albanese di Lungro (CS), circoscrizione ecclesiastica autonoma, istituita nel 1919. La messa, solenne e carica di spiritualità orientale, si celebra nella liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo, come tra gli Ortodossi”.

Con un’altra spettacolare escursione – ha concluso Domenico Pappaterra –  la stampa avrà l’opportunità di vedere l’attività vulcanica sottomarina, avvenuta in era mesozoica,  testimoniata dalle sequenze stratigra?che di Timpa delle Murge e di Timpa di Pietrassasso, in territorio di Terranova di Pollino, siti che costituiscono un raro e suggestivo “giardino geologico” dove affiorano verdastre rocce o?olitiche e masse di lava a cuscino, “pillow” solidi?catesi per raffreddamento a contatto con l’acqua. La successione o?olitica più completa affiora a Timpa delle Murge e a Timpa Pietrasasso e comprende. Le rocce di suite o?olitica del Complesso Liguride rappresentano, nell’Appennino meridionale, siti di grande importanza geologica. Esse sono, infatti, una tra le migliori testimonianze dell’antico Oceano Giurassico presente nella catena Appenninica meridionale; rappresentano porzioni di litosfera oceanica e sono prevalentemente costituite da rocce basiche ed ultrabasiche. La costante presenza di sedimenti di mare profondo e la struttura a cuscino (pillow) delle rocce vulcaniche, ha permesso di riconoscere che tali associazioni si erano generate in ambiente marino. I frammenti di crosta continentale associati ai lembi di successioni o?olitiche sono strettamente associate alle successioni di fondo oceanico, e possono fornire utili indicazioni riguardo alle caratteristiche dell’oceano da cui si sono originate le Unità Liguridi assumendo un importante significato nell’evoluzione geodinamica dell’area del Mediterraneo occidentale. Circa 100 milioni di anni fa la compressione della Tetide, dovuta all’avvicinamento delle due placche continentali, europea ed africana, provocò un corrugamento del territorio e la lentissima formazione dei rilievi. Più tardi, 5 milioni di anni fa, movimenti contrapposti di distensione determinarono le fratture delle rocce emerse, chiamate propriamente faglie, di cui un esempio è ben visibile nella parete meridionale di Timpa Falconara. Successivamente lo sprofondamento di ingenti blocchi di roccia ha provocato grandi fosse tettoniche di cui la Valle del Mercure, un tempo sommersa da un grande lago, è una diretta testimonianza”.

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