In questi giorni non si fa altro che parlare della magra figura che l’azienda cinese Huawei ha fatto a causa della forte voglia di pubblicizzare il suo ultimo top gamma, Huawei P9. Volendo sottolineare la qualità della fotocamera del suo ultimo smartphone, l’azienda ha creato un post su Google+, poi prontamente rimosso, dicendo: “La doppia fotocamera Leica di Huawei P9 rende piacevole scattare foto in scarsa condizione di luminosità come questa”. Ovviamente la foto di cui stiamo parlando è quella che si vede in alto, completa di tutti i dati relativi ai dettagli dello scatto. Nel costante tentativo di pubblicizzare il proprio prodotto di punta, le aziende talvolta la fanno grossa. Qual è stato l’intoppo? Google+, come moltissime altre piattaforme social, salva i dati EXIF di ogni immagine che viene caricata. Tali dati indicano l’apertura focale, la risoluzione, la ISO e anche il dispositivo usato per lo scatto, che, in questo caso, non era né uno smartphone né Huawei P9 ma un modello di Canon costosissimo, top gamma, una EOS 5D Mark III, che tra corpo macchina e obiettivo (prezzi Amazon), si piazza sugli oltre 4 mila euro.
Huawei però è corsa subito ai ripari, dopo aver ammesso l’errore e dopo essersi accorta del fatto che gli utenti se ne fossero resi conto, la casa cinese ha eliminato il post rilasciando, in un secondo momento, questa dichiarazione: “È stato recentemente evidenziato che un’immagine pubblicata sui nostri canal social non era stata scattata con Huawei P9. La foto, scattata professionalmente durante la registrazione di una pubblicità di Huawei P9, era stata condivisa per ispirata la nostra comunità. Riconosciamo, però, che avremmo dovuto essere più chiari riguardo a come era stata scattata la foto. Non è mai stata nostra intenzione mentire. Ci scusiamo per questo e abbiamo rimosso la foto”. Ovviamente si è trattato di un “malinteso”, più o meno voluto, che gira attorno alle regole del marketing, ma ogni tanto si esagera!