Massima allerta a Taiwan per l’avvicinamento del super-tifone “Nepartak”, rischio alluvioni e violente mareggiate

MeteoWeb

L’avevamo anticipato già diversi giorni fa, durante il passaggio dell’intensa “onda di Kelvin”, diretta al di là della linea di cambiamento data. Ora gli occhi sono tutti puntati su “Nepartak” che in poche ore è divenuto uno dei tifoni più potenti fino ad oggi osservati sul Pacifico occidentale. Scorrendo sopra un tratto di acque superficiali molto calde, sui +29°C +30°C, in un’area con debole “wind shear”, sul Pacifico occidentale, la tempesta si è velocemente evoluta in un impressionante super-tifone di 5^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti violentissimi che sono stati capaci di superare la soglia dei 288 km/h. In poche ore “Nepartak” è divenuto un vero e proprio mostro, con un poderoso rafforzamento della forza centrifuga interna che ha agevolato lo sviluppo di un occhio centrale ben delineato, completamento libero dalle nubi.

Il considerevole rinforzo dell’attività convettiva attorno i lati del tifone, ha liberato una gran quantità di energia che oltre ad approfondire la già intensa circolazione ciclonica, nei medi e bassi strati, ha reso il “gradiente barico orizzontale” ancora più esplosivo, rendendo i venti ciclonici sempre più intensi e tempestosi attorno l’area perturbata, con violentissimi “venti di sbarramento” che hanno oltrepassato la soglia fatidica dei 250 km/h nell’area attorno l’occhio centrale.

Si è venuto cosi ad attivare il famoso processo di “autoalimentazione”, caratteristico dei cicloni tropicali, con il costante risucchio di masse d’aria calde e molto umide, marittime, dalla vicina periferia del tifone, che oltre a far esplodere la convenzione nella parte centrale del sistema, hanno contribuito a sviluppare imponenti bande nuvoloso spiraliformi che sono state ben alimentate dalle enormi quantità di vapore acqueo risucchiato dalle calde acque superficiali del Pacifico occidentale, nel tratto ad ovest delle isole Marianne.

Il super-tifone durante la fase di sviluppo sopra le calde acque superficiali del Pacifico occidentale

La forte intensificazione del processo di “autoalimentazione” del potente ciclone tropicale, contraddistinto dallo sviluppo di poderosi moti ascensionali che condensando in imponenti nubi temporalesche le grandi quantità di vapore acqueo risucchiato dalla superficie oceanica, aumentando in tal modo l’instabilità atmosferica, ha accompagnato il drastico tracollo della pressione barometrica nei pressi dell’occhio centrale di “Nepartak”, trasformandolo in un perfetto e pericoloso super-tifone di 5^ categoria Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti violentissimi, che hanno raggiunto un picco estremo di ben 257 km/h, nel corso della mattinata odierna. I violentissimi e turbolenti venti ciclonici, spazzando una ristretta area di oceano a nord-est dell’isola filippina di Luzon, hanno alzato ondate di “mare vivo” davvero imponenti, che hanno raggiunto picchi di oltre i 9-10 metri, ma con “Run-Up” anche superiori a pochi di chilometri dal passaggio dell’occhio centrale del super-tifone.

Il moto ondoso creato dai violenti “venti di sbarramento”, che ruotano a grandissima velocità attorno il profondissimo minimo barico centrale, è molto confuso, con la formazione di grandi onde provenienti da più direzioni. Questo tipo di moto ondoso, piuttosto confuso, è tipico dentro i cicloni tropicali, dato l’andamento molto turbolento dei venti ciclonici e la considerevole forza centrifuga che caratterizza il ciclone, il quale presenta un potentissimo “gradiente barico orizzontale” molto ristretto che rende i venti ancora più furiosi.

Tali condizioni meteo/marine estreme rendono la navigazione marittima proibitiva per le navi di piccola e media stazza, alle quali sovente è consigliato un passaggio lungo la periferia della circolazione ciclonica, evitando di imbattersi nelle tempeste più violente che si concentrato a ridosso dell’occhio centrale. Purtroppo il super-tifone, mantenendo inalterata questa traiettoria, rischia ora di rappresentare una seria minaccia per l’isola-stato di Taiwan, dove in vista dell’impatto della tempesta le autorità locali cominciano ad effettuare le prime evacuazioni in diverse località della costa orientale, particolarmente esposte al rischio di inondazioni.

Il super-tifone “Nepartak” visto dal satellite NASA

Con molta probabilità “Nepartak”, durante il suo lento movimento verso nord-ovest, continuerà a mantenere lo status di pericoloso super-tifone di 5^ categoria sulla scala Saffir-Simpson, mostrando una forza centrifuga a dir poco impressionante. Solo poco prima dell’impatto del bordo occidentale del potente ciclone tropicale sulle coste orientali di Taiwan “Nepartak” potrebbe cominciare lentamente a perdere forza, a causa del ciclo di sostituzione dell’occhio centrale che lo declasserà alla 4^ categoria, con venti pur sempre violenti, ad oltre i 200 km/h attorno l’occhio centrale. Ma fino al pomeriggio di domani il super-tifone, continuando a muoversi sopra un ambiente umidissimo nei bassi strati, su acque molto calde che si estendono a grandi profondità, dovrebbe mantenere la 5^ categoria.

LaPresse/Reuters

Il tifone, pur indebolendosi prima di effettuare il “landfall” sulle coste taiwanesi, causerà precipitazioni molto intense, soprattutto sulle coste orientali, e l’arrivo di venti molto forti, generalmente da E-SE ed Est in successiva rotazione a E-NE e NE, sulle coste orientali e settentrionali di Taiwan, inclusa l’area della capitale Taipei che rischia di essere spazzata da forti raffiche da N-NE e NE, ad oltre i 120-130 km/h, e intensi scrosci di pioggia con elevatissimi indici di rain/rate. Le coste settentrionali e nord-orientali invece verranno flagellate da potenti mareggiate con ondate alte più di 7-8 metri che potranno determinare anche intensi fenomeni erosivi sui tratti maggiormente esposti alle onde da E-NE, quelle alzate dai fortissimi venti ciclonici orientali presenti sul lato nord di “Nepartak”.

LaPresse/Reuters

Le precipitazioni più intense dovrebbero colpire proprio il settore orientale dell’isola, data l’intensa ventilazione da E-NE di ritorno che sbatterà masse d’aria molto umide verso i contrafforti montuosi del vicino retroterra, dando così origine ad un notevole effetto “stau” (sbarramento orografico). Ma localmente data l’aspra conformazione orografica taiwanese, soprattutto sui versanti montuosi dell’isola maggiormente esposti a nord e nord/est, il notevolissimo “forcing” orografico rischia di produrre accumuli pluviometrici eccezionali, con possibili picchi di oltre 400-500 mm in 24 ore. Si tratta di precipitazioni di carattere alluvionale che rischiano di provocare l’onda di piena di gran parte di fiumi e torrenti, originando anche eventi franosi e colate di fango nei pendii più ripidi che caratterizzano la geografia di Taiwan.

Condividi