Non tutti i medici possono impiantare le protesi mammarie a fini estetici e quindi eseguire la mastoplastica additiva. Anzi, oltre ai Chirurghi Plastici, sono pochi gli specialisti autorizzati ad effettuare questo intervento. La Società Italiana di chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica segnala il perdurare di una situazione lontana dal rispetto della legge e della sicurezza della paziente. Sono ancora molti gli interventi eseguiti da chi non ha il titolo per farlo, gli interventi eseguiti in strutture non idonee e a un costo così basso – come quotidianamente proposto sui siti dei gruppi d’acquisto – da non poterne garantire la qualità.
La legge 5 giugno 2012 n.86 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27 giugno 2012 n. 148, con titolo “Istituzione del registro nazionale e dei registri regionali degli impianti protesici mammari, obblighi informativi alle pazienti, nonché divieto di intervento di plastica mammaria alle persone minori”, in vigore dal 12 luglio 2012), all’articolo 3, specifica che “L’applicazione di protesi mammarie per fini estetici è riservata a coloro che sono in possesso del titolo di specializzazione in chirurgia plastica o a chi, alla data di entrata in vigore della presente legge, ha svolto attività chirurgica equipollente nei precedenti cinque anni o è in possesso del titolo di specializzazione in chirurgia generale, ginecologia e ostetricia o chirurgia toracica”.
“È a tutti gli effetti una legge in vigore, e deve essere correttamente interpretata – fa notare Giorgio De Santis, presidente della SICPRE, la società scientifica che raduna l’80% dei Chirurghi Plastici del nostro Paese -, ma è spesso ignorata. Proprio per richiamare l’attenzione su questa norma, nei giorni scorsi abbiamo inviato una comunicazione all’Aiop Associazione Italiana Ospedalità Privata, che riunisce 500 case di cura su tutto il territorio nazionale, ovvero le strutture che ospitano la gran parte degli interventi di mastoplastica additiva: chi non rispetta questo regolamento può andare incontro a gravi conseguenze medico-legali”.
Attenzione anche alla sede dell’intervento e al prezzo
«Rivolgersi all’operatore abilitato all’intervento è fondamentale – continua il presidente De Santis – ma anche altri elementi concorrono a definire la sicurezza della mastoplastica additiva. Bisogna infatti ricordare che si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, che quindi deve avvenire in una struttura adeguata e idonea, nella quale operano e sono presenti anestesisti».
Come la SICPRE ribadisce da anni, con un’attività di comunicazione tesa innanzitutto a fare cultura presso il potenziale paziente, la sicurezza non viene dall’ignorare i rischi – sempre presenti in tutte le attività umane – ma dall’affidarsi a professionisti seri, preparati e onesti, in grado di affrontare le possibili evenienze negative nel migliore dei modi, a tutto vantaggio della sicurezza.
«La paziente deve sapere e ricordare che le protesi stesse hanno un costo – dice ancora De Santis –: un intervento di mastoplastica additiva a 2.000 euro, come spesso proposto sul web, non può in alcun modo essere eseguito con dispositivi idonei e in sedi idonee».
Non vale proprio la pena di risparmiare, insomma, quando si mette a repentaglio la salute e la sicurezza.
Perché è importante rivolgersi a un Chirurgo Plastico
Lo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica è un medico che, dopo la laurea, ha studiato e fatto pratica in ospedale per altri 5 anni, acquisendo tutte le conoscenze e le tecniche utili in ambito ricostruttivo ed estetico. “Chi si farebbe operare, per un problema alla vista, da un medico che non è specialista in Oculistica? — chiede De Santis —. La stessa perplessità dovrebbe balzare agli occhi quando si prenda in considerazione di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica senza rivolgersi ad un Chirurgo Plastico”.
Cosa verificare prima dell’intervento di mastoplastica additiva
Innanzitutto, che il chirurgo a cui ci si è rivolti sia specialista in Chirurgia Plastica.
Qualora non lo sia, verificare che lo stesso almeno abbia svolto, nel quinquennio antecedente il 12/7/2012 (data di entrata in vigore della legge predetta) attività chirurgica equipollente, ovvero che sia entrato in possesso, prima di quella data sia in possesso (salva la diversa interpretazione estensiva dell’art. 3. L. medesima) — della specializzazione in chirurgia generale, ginecologia e ostetricia o chirurgia toracica.
Ancora, come detto sopra, è fondamentale acquisire informazioni sul produttore e sulla tipologia delle protesi che verranno impiantate (per cui si può chiedere una vera e propria “etichetta”) oltre che sull’idoneità della struttura nell’ospitare interventi chirurgici: devono disporre di sala operatoria e personale dedicato.