E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Minerva Medica un articolo intitolato “Vitamin D: not just bone, but also immunity” (La vitamina D: non solo per le ossa, ma anche per l’immunità).
Secondo alcuni ricercatori italiani delll’Università di Verona, la vitamina D non deve essere considerata soltanto come una vitamina. Ha un ruolo rilevante in molte funzioni di regolazione del corpo umano, sia scheletriche che extra scheletriche e questo rende essenziale la vitamina D un elemento per una condizione sana. Tutto ciò è ben spiegato da una presenza ubiquitaria di recettori della vitamina D. Oggi, gli effetti extra scheletrici hanno un impatto più interessante nella pratica medica.
L’azione paracrina ed autocrina della vitamina D ha un ruolo fondamentale su questi effetti. L’attivazione del processo di trascrizione cellulare, porta all’espressione di beta-defensine e catelicidine, attivando la via Th1, relativa all’immunità innata contro i batteri. L’azione della vitamina D è anche legata all’immunità adattativa con una risposta Th2 e alla produzione di citochine anti-infiammatorie come l’interleuchine 4 e 5, e con la soppressione di Th17 e linfociti B. La carenza di vitamina D potrebbe avere un effetto negativo su entrambi i soggetti sani e malati. E’ ben noto che molte malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide sono influenzate dalla carenza di vitamina D, e questo è particolarmente vero per l’attività della malattia. Diverse altre patologie sono influenzate dai livelli di vitamina D, come il diabete mellito di tipo 1: un adeguato apporto di vitamina D può ridurre il rischio di sviluppare questa malattia. Lo stesso vale per l’asma e la sclerosi multipla. Secondo gli autori, è molto importante fare il punto sugli stati di carenza e sulla loro correzione, soprattutto su quelle persone ad alto rischio.