Dopo quasi 40 anni, una possibile soluzione (pubblicata sulla rivista Planetary Science) a un celebre rompicapo è stata proposta da Antonio Paris, astrofisico del St. Petersburg College in Florida. Il segnale 6EQUJ5, captato il 15 agosto 1977, noto come ‘Wow!‘, non sarebbe stato inviato dagli “omini verdi”: più verosimile la loro origine dalle due comete 266P/Christensen e 335P/Gibbs e le loro nubi di idrogeno.
In quella fatidica data l’astronomo Jerry Ehman, utilizzando il radiotelescoio Big Ear dell’Ohio State University, puntato sul gruppo di stelle Chi Sagittarii, rilevò una potente esplosione di onde radio che durò 72 secondi. La sequenza venne chiamata 6EQUJ5, ma contrassegnata con un “Wow” annotato di lato alla trascrizione. Il segnale non è più stato osservato ed è rimasto inspiegato per decenni: sono fioccate le ipotesi, tra cui, ovviamente, un tentativo alieno di comunicazione.
Antonio Paris ha osservato invece che le due comete, 266P/Christensen e 335P/Gibbs, scoperte rispettivamente nel 2006 e nel 2008, erano transitate proprio in quei giorni nello quadrante della costellazione del Sagittario, lo stesso del segnale “Wow!”. Si consideri che le comete sono circondate da enormi nubi di idrogeno, che quando assorbe l’energia solare, emette radiazioni alla frequenza di 1420 MHz, la stessa del segnale captato in Ohio.
Il risultato potrebbe essere verificato a breve: la cometa 266P/Christensen transiterà di nuovo nello quadrante in cui fu captato il segnale Wow! il 25 gennaio 2017, mentre la cometa P/2008 Y2 transiterà il 7 gennaio 2018. Gli strumenti verranno puntati verso gli obiettivi di modo che si possa finalmente confermare la suddetta ipotesi.