‘Bruciato’ in pochi minuti, con termoablazione a radiofrequenze, un raro tumore al femore su un bambino di 9 anni. Il piccolo, di Roma, soffriva di un dolore acuto, che lo svegliava di notte, ed era a rischio la crescita dell’osso: dopo 2 giorni dall’intervento eseguito a L’Aquila, è tornato a casa perfettamente guarito. La radiologia interventistica d’urgenza dell’ospedale di L’Aquila, tra i pochissimi centri italiani – e unico in Abruzzo – specializzato nella diagnosi (tramite biopsia) e nel trattamento dei tumori muscolo-scheletrici, ha eseguito nei giorni scorsi il trattamento molto delicato, soprattutto per l’età del paziente. La procedura specialistica praticata sul bambino è una delle 79 effettuate all’Aquila nell’ultimo anno, molte su pazienti che vengono affidati al centro dall’istituto Regina Elena di Roma, con cui il San Salvatore lavora da anni a braccetto. Il 60% dei pazienti all’Aquila, arriva da fuori Regione: oltre al Lazio, Puglia, Campania e da regioni con servizio sanitario al top come il Veneto. La termoablazione sul bambino romano di 9 anni, ricoverato e assistito nel reparto di clinica pediatrica, è stata attuata con radiofrequenze che ‘attraversano’ la pelle e bruciano la massa tumorale in pochi minuti, a temperature anche superiori a 60 gradi. La distruzione della parte dell’osso, attaccata dalla malattia, è avvenuta sotto guida Tac: il radiologo interventista Luigi Zugaro, con una minuscola sonda, ha raggiunto il punto del femore malato e ha bruciato il tumore. “La termoablazione – spiega Zugaro – ci ha consentito di evitare l’intervento chirurgico che, su un paziente di 9 anni, avrebbe avuto strascichi rilevanti, con ampie cicatrici e possibili complicanze post operatorie. Il bambino è stato dimesso dopo 2 giorni e ora sta bene. Tra quelli che abitualmente facciamo, i trattamenti su piccoli pazienti sono i più difficili: alcuni anni fa attuammo un’analoga procedura su un piccolo di 4 anni proveniente da Bari“. “Con i tumori benigni dell’osso abbiamo una percentuale di guarigione del 100% – sottolinea – mentre in quelli maligni, con metastasi, ovviamente la quota di guarigione è molto più bassa. Tuttavia va ricordato che, sui tumori maligni, la radiologia interventistica gioca comunque un ruolo importante perché la chemioterapia sull’osso ha minore efficacia rispetto ad altre parti anatomiche aggredite dalla malattia“. A ottobre all’Aquila arriveranno alcune decine di specialisti da tutta Italia e dall’estero per apprendere le procedure di radiologia interventistica praticate sui tumori dell’osso. Si tratta ormai di un appuntamento annuale.
Raro tumore al femore su un bambino di 9 anni, a L’Aquila neoplasia “bruciata” in pochi minuti
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