Tra mito e scienza, la sonda spaziale Juno “riscopre” Giove

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Mito e scienza si intrecciano, parlando di Giove, osservando Giove, soprattutto oggi, il giorno in cui la sonda spaziale Juno è entrata nella sua orbita con una manovra delicatissima. La missione si chiama Juno (Giunone) non a caso: solo lei può svelare cosa nasconde il possente Giove sotto la sua spessa atmosfera di nubi. “Gli uomini si finsero il cielo essere un gran corpo animato, che per tal aspetto chiamarono Giove, il primo dio delle genti, che col fischio de’ fulmini e col fragore de’ tuoni volesse loro dir qualche cosa. E si’ incominciarono a celebrare la naturale curiosita’, ch’e’ figliuola dell’ignoranza e madre della scienza“: così Giambattista Vico nella “Scienza nuova” si lasciava ispirare dal mito e dal pianeta indagato da Galileo.

Gli antichi si accorsero che tra tutti i punti luminosi sopra di loro ve ne erano cinque, come dire, ‘anomali’. Tre di loro, per alcuni periodi, erano nettamente piu’ luminosi delle stelle. Sono Venere, Giove e anche Marte, mentre Saturno e’ un po’ meno brillante. Inoltre la luce di questi cinque oggetti e’ fissa, non tremula come quelle degli altri (oggi sappiamo anche perche’: c’entra il fatto che sono molto, ma molto molto piu’ vicini alla Terra di quanto non lo siano le stelle). Un’altra cosa che probabilmente avevano notato i Greci e gli altri popoli che iniziavano a osservare il cosmo e’ che queste luci non si adeguavano a nessuna costellazione: passavano da un disegno in cielo all’altro. Facevano un po’ quello che gli pareva: come gli dei, appunto. Giove, da buon sovrano, mantiene il controllo della situazione. La sua luminosita’, anche nei momenti di massimo splendore, e’ minore di quella di Venere, pero’ mantiene salda la posizione in cielo per parecchio tempo nel corso della notte. La sua luce biancastra, fissa e tranquilla, dovrebbe essere facilmente reperibile. Osservare Giove gia’ solo con un buon binocolo puo’ dare una grande soddisfazione: scorgere i suoi quattro satelliti medicei, scoperti nel 1610 da Galileo. Si tratta di Io, Ganimede, Europa e Callisto, i piu’ grandi e luminosi tra gli oltre sessanta satelliti del pianeta,” spiega Daniele Scaglione, autore de ‘Le storie che costellano il cielo’ (edizioni Infinito).

gioveZeus siede sul trono e da lassu’ domina l’intero universo. Il mondo possiede un proprio ordine. Gli dei si sono dati battaglia, alcuni di loro hanno trionfato. La storia ha inizio non proprio con l’origine del mondo, ma piuttosto nel momento in cui Zeus e’ gia’ re, quando il mondo divino ha trovato cioe’ un suo ordine e una sua stabilita’. Gli dei non vivono unicamente sull’Olimpo, ma dividono con gli uomini degli angoli di mondo. Esiste in particolare un luogo in Grecia, vicino a Corinto, una pianura, a Mekone, in cui uomini e dei vivono insieme, mescolati gli uni con gli altri. Banchettano in compagnia, siedono alla stessa tavola, partecipano a feste comuni: cio’ significa che per uomini e dei che vivono insieme, ogni giorno e’ un giorno di festa e di felicita’. Si mangia, si beve, si sta in allegria, si ascoltano le Muse cantare la gloria di Zeus e le avventure divine. In poche parole: tutto procede nel migliore dei modi,” racconta Jean Pierre Vernant in “L’universo, gli dei, gli uomini” (edizioni Einaudi).

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