Il Prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale, è stato intervistato da Andrea Lupoli nel corso del format “Genetica oggi” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).
Si è persa la figura del mentore in medicina. “Non è più come una volta. Il grande Educatore, con la m maiuscola, è scomparso. Oggi molto è affidato alla consapevolezza personale del medico. L’uso delle macchine è inevitabile, la tecnologia moderna ha fatto fare un balzo in avanti incredibile alla medicina. Questo in qualche modo facilita il rapporto tra medico e paziente, perché le macchine permettono una diagnosi più rapida. Inoltre c’è più tempo per il medico per dialogare con il paziente, che deve essere ascoltato. Non è giusto curare la malattia senza curare il malato, non è giusto occuparsi di un organo senza sapere a chi appartiene quell’organo. Per questo nel mio ultimo libro ho lanciato la medicina della persona, cioè davanti a noi medici compare un’altra persona che ha bisogno di noi. Di questa persona noi dobbiamo sapere tutto, chi è cosa fa, come vive, la sua filosofia, le sue aspettative, le sue frustrazioni, ecc…”.
Sanità italiana. “La sanità Italiana è una buona sanità. Il sistema sanitario è straordinario, perchè permette a tutti di farsi curare. Purtroppo è nato sulla scia della vecchia mutua e sulla scia del sistema assicurativo: Ti ammali e io ti curo. Ma se non ti ammali io non mi preoccupo di te mentre sarebbe interessante occuparsi del mantenimento della salute per prevenire le malattie e quindi questo è un altro ambito poco toccato dal sistema sanitario“.
Religione e medicina. “La religione è stata la prima spinta verso la cura. I primi medici dell’antichità erano sacerdoti. Ancora oggi molti enti religiosi si occupano della gestione di ospedali e li gestiscono bene. Se da un punto organizzativo tutto è apposto, dal punto di vista morale le cose cambiano. La morale cattolica e la morale laica sono molto lontane. Per l’etica cattolica la nostra vita è dono e prosperità di Dio, lui ce la dà e lui ce la toglie, non possiamo farci niente. Invece per l’etica laica siamo noi i responsabili della nostra vita, possiamo organizzare come vogliamo sia il nostro progetto di vita sia quello di morte”.