Tra il 10 e il 15 agosto gli occhi rivolti al cielo notturno, lontani dalle città, per osservare le lacrime di San Lorenzo. “Chiudiamo tutto. Per una sera, a nostra scelta tra il 10 e il 15 del mese, niente tv e cinema, computer e social vari. Usciamo fuori e guardiamo il cielo in direzione Nord Est, verso la costellazione di Perseo. E tiriamo tardi, a contare le stelle cadenti, godendoci lo spettacolo della natura,” questo il consiglio di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, pubblicato su La Stampa.
“Tra le tante liturgie familiari che s’imparano da piccoli in vacanza, l’attesa delle Perseidi è quella che magicamente viene replicata nonostante il passare degli anni. Rito familiare che ci riporta al tempo dello stupore delle prime scoperte, ma anche rito collettivo, come si confà a tutto quello che ha a che fare con il cielo. La visione delle stelle cadenti nella notte di San Lorenzo – che nella tradizione cristiana rappresentano le lacrime del martire durante il supplizio – sono un momento incantato, dove la manifestazione della natura per una sera lascia indietro lo spettacolo dell’umanità, proiezione totalizzante e unificante dell’insieme dei nostri bisogni. Nella produzione dei simboli il genere umano è comunque maestro. Durante le diverse epoche i bagliori di queste meteore sono stati associati a miti e favole. E non poteva essere diversamente, considerando che questi piccoli frammenti di polvere rilasciati dalla cometa Swift-Tuttle per concludere con un lampo il loro millenario percorso di vita, agli uomini dell’antichità apparivano come “stelle che muoiono”.
La polvere, lasciata nello spazio dall’astro chiomato, entrando ad altissima velocità nell’atmosfera terrestre, brucia dando origine al fenomeno delle stelle cadenti. Il fenomeno accade durante tutto l’anno, ma solo in questo periodo è così visibile a causa della vicinanza delle orbite. Se ci si mette ad osservarlo lontani dalle città e dalle luci artificiali si potrebbero riuscire a vedere decine e decine di stelle cadenti ogni ora.
Se per un fotone che va alla velocità della luce, il tempo appare fermo, e quindi non vi è un prima ne un dopo, senza ogni stella cadente che riusciremo a vedere in questi giorni sarà per noi uomini – affaticati da molti prima e molti dopo – una spruzzata di eternità, intesa come gioia e stupore per avere aver avuto a che fare per un attimo con un frammento di Universo. Un sentimento essenziale per tornare la mattina dopo a tutto il resto.“
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