Più che Agosto guardando le temperature registrate in queste ore fra la Scandinavia, la Danimarca, il Belgio e il bassopiano della Germania sembra di essere in pieno autunno. In queste ore temperature comprese fra i +11°C e i +8°C, quindi ben al di sotto delle tipiche medie del periodo, si stanno misurando in decine di città e località di Belgio, Olanda, Germania e Danimarca. Mentre ad Amsterdam la colonnina di mercurio si aggira attorno i +13°C, nei dintorni di Berlino, in alcuni quartieri, si registrano valori di ben +9°C +8°C. Questi sono gli effetti dell’avvezione di aria fredda d’estrazione polare marittima che nelle ultime ore ha investito l’Europa centrale, determinando un brusco quanto improvviso calo dei valori termici.
Difatti, la presenza di una circolazione depressionaria a carattere freddo (riempita di aria molto fredda d’origine artica in quota) che si è spostata in direzione del mar di Norvegia, ha contribuito a pilotare verso la Norvegia e la Mitteleuropa una moderata, a tratti tesa, ventilazione da NO e N-NO, contenente diversi impulsi di aria fredda e umida, d’origine polare marittima.
Tali impulsi di aria fredda, d’origine polare, scivolando in direzione della costa norvegese hanno addensato una fitta nuvolosità cumuliforme lungo le coste norvegesi settentrionali che ha dato la stura a piogge e rovesci sparsi che hanno assunto prevalente carattere nevoso fino a bassissima quota sui rilievi della Norvegia centro-settentrionale e del nord della Svezia, dove la neve è caduta fino a quote di bassa collina, con fioccate molto umide giunte fin sulle sottostanti aree costiere. Localmente le nevicate, molto bagnate, si sono accompagnate a brevi grandinate e a rovesci localizzati, ma di una certa consistenza, che hanno favorito dei temporanei accumuli.
I rovesci nevosi più intensi (scaturiti da imponenti annuvolamenti cumuliformi) si sono registrati proprio lungo le coste più settentrionali norvegesi, nel Finnmark, grazie anche allo scivolamento in quota di un nucleo di aria molto fredda (con geopotenziali bassissimi) che ha determinato un netto tracollo della quota dello “zero termico” su tutta la Scandinavia occidentale. Lungo le coste settentrionali norvegesi queste precipitazioni, che sono divenute nevose a quote collinari, sono state ulteriormente enfatizzate dal notevole effetto “stau” (sbarramento orografico) esercitato dai rilievi norvegesi nei confronti delle umide e fredde correnti da NO, che dal mare della Groenlandia scivolano sul mar di Norvegia, più temperato, caricandosi di umidità e riscaldandosi notevolmente nei bassi strati.
Tale riscaldamento della fredda massa d’aria, nei bassi strati, riacutizza l’instabilità, visto che nella media troposfera l’aria conserva le sue caratteristiche gelide, con isoterme sotto i -30°C a 500 hpa. Questi contrasti termici esacerbano il “gradiente termico verticale” in seno alla massa d’aria polare, favorendo lo sviluppo di diffusi moti convettivi (correnti ascensionali) che costruiscono quella nuvolosità puntiforme, identificabile in nubi di tipo cumuliformi, come grossi cumuli e cumulonembi (in aria instabile e umida fredda), che danno la stura a rovesci sparsi, a prevalente carattere nevoso fin sulle zone costiere sulla Norvegia settentrionale.
La Svezia invece non dovrebbe vedere precipitazioni degne di nota, salvo occasionali sconfinamenti sulla Lapponia e l’estremo nord-ovest, trovandosi in piena “ombra pluviometrica“ alle fresche correnti da NO e O-NO che assumeranno persino delle caratteristiche favoniche discendendo dalle Alpi Scandinave ed essersi deumidificate del tutto sul versante norvegese, scaricando su questo tutte le precipitazioni.