Del passato di Marte e della sua abitabilità se ne parla da oltre un secolo, e in effetti gli studi sempre più numerosi di quello che è destinato ad essere il primo pianeta che l’uomo conquisterà grazie ai progressi del volo umano nello spazio, confermano che qualche possibilità di vita sul pianeta rosso ha avuto e forse ha ragione di essere.
Stiamo parlando di vita monocellulare, niente di evoluto, ma pur sempre vita. Un nuovo studio condotto dalla Open University e dalla Leicester University, ci dice che il cratere marziano Gale presenta tracce di una storica presenza di acqua e presenze minerali pari ad un ambiente terrestre come la Watchet Bay nel Nord Devon. Nel cratere di Gale – spiega l’ASI – la presenza di zolfo e di ferro sarebbe compatibili con gli standard di vita terrestre, contrariamente ad altre parti di quel pianeta dove una bottiglia d’acqua conterrebbe fino a venti volte quegli elementi rendendola imbevibile.
La qualità della componente minerale dell’acqua nel Cratere Gale rende, per gli autori della ricerca, questa scoperta una realtà eccitante. I vari minerali presenti nel cratere Gale, paragonabili a situazioni terrestri, dipenderebbero dall’evaporazione di laghi di acqua, provando sempre più plausibile una storia d’acqua per il pianeta rosso.