Marte, “venature” aride: svelato il mistero delle strutture scure sul Pianeta Rosso

MeteoWeb

Venature di colore scuro che solcano il suolo marziano ad intermittenza, disegnando stretti solchi simili a lunghe dita che graffiano dall’alto verso il basso la superficie. Gli astronomi le chiamano RSL Recurring slope lineae – singolari strutture identificate in diverse aree di Marte composte forse d’acqua allo stato liquido e sottoposte a stagionalità.

La comparsa di tali striature, individuate dalle sonde robotiche di esplorazione marziana, coincide con l’inizio della primavera aliena mentre con l’approssimarsi della stagione autunnale i flussi svaniscono per riapparire successivamente nello stesso punto. Il processo, divenuto argomento tra i più dibattuti tra gli esperti di ricerca spaziale interplanetaria e osservato recentemente anche dalla missione NASA Mars Odyssey in corrispondenza del sito Valles Marineris, sembra essere ancora un enigma. Restano ancora infatti senza una spiegazione i perché legati alla quantità d’acqua, all’improvvisa ricomparsa del flusso e al colore dello stesso.

I nuovi dati raccolti da Mars Odyssey – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – riguardano le rilevazioni effettuate dallo strumento ad infrarossi THEMIS – Thermal Emission Imaging System – con l’obiettivo di stabilire quale sia la temperatura al suolo e di qui risalire al tasso d’umidità, alla percentuale di evaporazione legata all’avvicendarsi di giorno/notte estate/inverno e infine al quantitativo di H2O. Secondo le rilevazioni, che ammettono un margine d’errore di circa un grado Celsius, nelle RSL sarebbe presente non più del 3% di acqua – 3 grammi ogni chilogrammo di terreno – la stessa concentrazione che sulla Terra registriamo in zone estremamente aride, come il deserto di Atacama.

Poco si sa invece sul colore: la sfumatura scura assunta dal suolo non è riconducibile a fenomeni conosciuti relativi alla presenza del prezioso fluido, sia allo stato solido che liquido. Inoltre gli studi della sonda NASA su il sito Valles Marineris che mettono a confronto aree percorse dai misteriosi solchi e zone limitrofe in cui essi sono assenti, non mostrano sostanziali differenze di temperatura. I risultati odierni non sono in contraddizione con quelli di una precedente ricerca che evidenziava l’esistenza di sali idrati, che potrebbero essersi originati grazie al vapore acqueo presente nell’atmosfera piuttosto che con l’acqua che scorre sul suolo.

Condividi