Il 15 luglio scorso, sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato un comunicato con l’errata corrige al decreto legislativo 50/2016, che regolamenta l’affidamento di lavori, servizi e forniture pubblici. “Il “ravvedimento”, a quasi tre mesi di distanza dalla emanazione del testo originario – interviene Roberto Troncarelli, presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio – conferma la superficialità e la sciatteria con cui è stata gestita sia la scrittura del testo originario, sia la fase di transizione”. A conferma di ciò, si è assistito in questi mesi a un numero imponente di rettifiche: 170 errori contenuti in 97 articoli dei 220 che costituiscono il Codice. “E non solo di natura tecnica, ma anche sintattica e/o grammaticale – afferma Troncarelli –. Se una mia relazione fosse uscita dal mio studio con tutti questi errori, io mi sarei vergognato! La cosa più paradossale è che il testo, dal punto di vista linguistico, è stato predisposto dal Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi (Dagl) di Palazzo Chigi”. Quest’ultimo, tra le altre cose, sovrintende alle diverse fasi del procedimento di adozione degli atti normativi, coordinandone e promuovendone l’istruttoria al fine di assicurare la qualità della regolazione ed una corretta attuazione del programma di Governo.
“Insomma verifica che i testi siano corretti sia dal punto di vista dei contenuti che della forma. E ancora – prosegue il presidente dei Geologi del Lazio – vogliamo parlare della pubblicazione “monca” in Gazzetta Ufficiale del Documento di Gara Unico Europeo, imputabile, secondo il comunicato del Ministero Infrastrutture e Trasporti, a un errore del programma informatico della Gazzetta Ufficiale? E anche la precisazione che le 170 rettifiche erano già previste in fase di redazione, resa dal Direttore del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi, in occasione della presentazione del Decreto all’Ance, Associazione nazionale Costruttori Edili, appare di una leggerezza disarmante: sai che è sbagliato e lo pubblichi lo stesso?”, si domanda ancora Troncarelli. Che, poi, esprime una dura critica alla giungla del sistema normativo nazionale: “Insomma improvvisazione e dilettantismo al potere! Se al fatto che necessitano di continue modifiche, si aggiunge pure che sono, a tratti, frammentarie e disarticolate, si comprende come le norme italiane siano spesso di difficile interpretazione e, in questo caso, perché determinino il rallentamento dei bandi e il proliferare dei ricorsi che si sta registrando negli ultimi mesi”.
Dopo aver segnalato le carenze formali, il presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio evidenzia che, anche sui contenuti tecnici, i primi mesi di applicazione, dimostrano come il documento sia ben altro che quel fiore all’occhiello tanto “sbandierato da Renzi, Cantone e Delrio, soprattutto nella parte dei requisiti di carattere generale, visto che, in quella tecnica, i servizi di ingegneria non sono stati ritenuti meritevoli neanche di una sezione specifica del Codice”, sottolinea Troncarelli. Che, poi, passa al caso specifico: “Giusto per citare un esempio, il gap normativo che attualmente coinvolge la Direzione dei Lavori: dal 19 aprile scorso non esiste più una norma che la regolamenti. E al di là di queste incongruenze, che sarebbero comiche se non fossero invece gravissime e testimoni di una totale mancanza perfino del senso del pudore di chi ci amministra, resta il fatto concreto che, allo stato attuale, ogni direttore dei lavori, quindi anche noi geologi quando ricopriamo tale qualifica, si dovrà assumere la responsabilità delle proprie decisioni, senza alcun riferimento normativo”. Per una volta, insomma, il presidente dei Geologi del Lazio si trova d’accordo con un magistrato e in particolare con Davigo, attuale Presidente dell’Anm, Associazione Nazionale Magistrati, “il quale sostiene che da anni si scrivono normative sugli appalti pubblici con regole sempre più stringenti che danno fastidio alle aziende perbene e non fanno né caldo né freddo a quelle delinquenziali”.