Prima ondata di freddo nel cuore della Siberia, nevicate e minime fino a -16°C

MeteoWeb

Mentre le condizioni del mar Glaciale Artico peggiorano di giorno in giorno, con il rapido scioglimento di buona parte della banchisa in corrispondenza dell’Arcipelago Artico russo, nei giorni scorsi sulla Siberia centro-orientale è scivolata la prima vera ondata di freddo della stagione, in grado di portare anche la prima neve e le prime importanti gelate di stagione. Del resto siamo alla fine di Agosto. In questo periodo dell’anno il progressivo indebolimento dell’insolazione diurna sta favorendo l’avvento dei primi freddi stagionali sulle lande settentrionali siberiane, che si preparano all’arrivo della lunga e gelida stagione invernale. Non è un caso se nei giorni scorsi, la discesa di un primo blocco di aria fredda, di origine artica, tra l’ovest della Repubblica di Jacuzia e la penisola di Tajmyr, ha portato le prime nevicate di stagione sul comparto siberiano. Le nevicate hanno imbiancato il settore più occidentale della penisola di Tajmyr, un tratto di pianura a nord dei monti Putorana e alcune aree della Jacuzia, dove alcune cittadine hanno ricevuto il loro primo accumulo di neve al suolo della stagione, anche sotto forma di intensi rovesci nevosi. In particolare l’area compresa fra le cittadine di Verhojansk, Kazacje, ed una vasta area della Jacuzia, poco ad est dei monti Cerski, lì dove si sono verificate le precipitazioni nevose più intense, con accumuli localmente prossimi agli 5-6 cm.

Ecco le prime nevicate che hanno imbiancato le lande siberiane negli ultimi giorni

Negli ultimi tre giorni diversi rovesci di neve, hanno imbiancato una ristretta area, nel settore settentrionale della Siberia centrale, fra la penisola di Tajmyr e i monti Putorana, dove gli affascinanti e sterminati boschi di conifere e i verdi paesaggi della taiga sono tornati a dipingersi di bianco, mentre le temperature sono tornate ad avvicinarsi ai +0°C. In diverse località siberiane, soprattutto lungo la costa artica ed in Jacuzia, già sono state archiviate le prime deboli gelate che sentenziano l’inizio della stagione autunnale alle alte latitudini. Nel celebre villaggio di Ojmjakon la scorsa settimana è stata registrata la prima consistente gelata post-estiva, con una minima notturna scesa a ben -10°C, per merito delle prime significative inversioni termiche.

Notevolissimi pure i -16°C archiviati a Vostocnaya, a circa 1200 metri sopra il livello del mare, dove il freddo nelle ore notturne è stato enfatizzato dai cieli sereni e dal notevole irraggiamento notturno. Ormai, con la fine dell’estate e il calo della grande oscurità sul vasto oceano Artico si avvia il forte raffreddamento autunnale che tende a rinvigorire la figura del vortice polare troposferico, favorendo l’avvento delle prime grandi gelate autunnali oltre il Circolo Polare Artico.

Proprio negli ultimi giorni, a seguito di un considerevole irrobustimento della figura ciclonica del vortice polare troposferico, spaccato in due lobi ormai pienamente autonomi, centrati rispettivamente, fra il mare di Beaufort e l’Artico canadese, e sulla costa artica della Siberia centrale, a ridosso della penisola di Tajmyr, in gran parte della regione artica si è avviato un graduale raffreddamento che ha fatto sprofondare i valori termici ben al di sotto della soglia dei -10°C -15°C a livello del mare.

Analizzando la situazione sinottica sopra il mar Glaciale Artico notiamo lo scorrimento di un significativo nucleo di aria fredda, di origine artica, che muovendosi lungo il bordo settentrionale del vasto “lobo siberiano” del vortice polare, si dirige verso l’arcipelago russo della Novaja Zemlja, con sostenuti venti da N-NE e Nord.

Questa tesa ventilazione settentrionale spinge l’aria gelida fin verso le coste siberiane, fra la Novaja Zemlja, la penisola di Tajmyr e la penisola Jamal, dove nei prossimi giorni sono attese nuove nevicate sparse che accompagneranno un diffuso calo dei valori termici.

Nel frattempo il profondo “lobo siberiano”, in azione con un profondissimo minimo barico nei medi e bassi strati posizionato nel cuore del mar Glaciale Artico, riuscirà a pilotare dal suo bordo occidentale masse d’aria gelide d’estrazione artica. Queste transitando sopra le vaste lande della Siberia centrale, riusciranno a conservare le loro originarie caratteristiche fredde, raggiungendo così i territori della Siberia centrale, con gelidi venti da NO e O-NO che scalzeranno verso l’alto lo strato di aria più mite preesistente, creando moti convettivi e lo sviluppo di nubi cumuliformi (cumuli e cumulonembi ben sviluppati) che daranno luogo a rovesci sparsi.

L’isoterma di -5°C -6°C alla quota di 850 hpa dovrebbe scivolare fra il settore più orientale del bassopiano della Siberia occidentale e l’altopiano della Siberia centrale, contribuendo ad incrementare ulteriormente il raffreddamento dello strato d’aria prossimo al suolo. Nei giorni a seguire l’insistenza di questo vasto ciclone extratropicale a cuore freddo riuscirà a spingere un blocco di aria molto fredda verso la Siberia centrale, al di sotto dei i 60° – 50° di latitudini nord.

Questa prima fiondata artica nel territorio siberiano potrebbe già in anticipo spianare la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che nel corso dei prossimi mesi contribuirà a formare il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo, che normalmente comincia a verificarsi nel mese di Novembre, sarà anche favorito dalla notevole estensione dei territori innevati di fresco, fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”. Queste nevicate anticipate sull’area siberiana potrebbero avere una diretta correlazione fra lo scioglimento dei ghiacci marini dell’Artico e l’indebolimento del “getto polare”.

Il rapido scioglimento dei ghiacci marini del mar Glaciale Artico, nel periodo estivo, promuove una maggiore evaporazione che incrementa la nuvolosità e le precipitazioni durante il periodo autunnale, fra Settembre e Ottobre, favorendo l’avvento di nevicate sempre più premature e intense, quanto frequenti, fra la regione artica canadese e la vasta area siberiana.

La neve, depositando i primi soffici accumuli sopra le immense lande della Siberia e dell’Artico canadese, permette un più rapido raffreddamento di queste, a causa dell’attivazione dell’effetto “Albedo” che tende a rafforzarsi man mano che si avvicina l’ultima decade di Ottobre e il mese di Novembre, quando l’insolazione si indebolisce portandosi ai minimi stagionali, mentre oltre il Circolo polare cala la grande oscurità invernale.

L’isolamento di masse d’aria sempre più fredde, nei bassi strati (si tratta dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato ad esserne interessato), sopra le estese aree continentali dell’emisfero boreale, ha come prima ripercussione un brusco arretramento del “getto polare” verso latitudini più meridionali, con un conseguente indebolimento di quest’ultimo, per il venir meno del “gradiente di geopotenziale” fra l’Artico e le medie latitudini.

Condividi