Salute: più rischi al volante con il defibrillatore nel cuore

MeteoWeb

Con le sue scariche elettriche salva la vita di chi soffre di aritmie maligne, ma può anche metterla in pericolo – per sé e per gli altri – se lo shock che rimette in marcia il cuore capita mentre si è al voltante. Al Congresso 2016 della Società europea di cardiologia (Esc), in corso Roma, uno studio ha misurato il rischio di incidenti stradali nei pazienti portatori di defibrillatore cardiaco impiantabile: la probabilità di essere coinvolti in uno scontro aumenta di 1,12 volte, secondo la ricerca del Copenhagen University Hospital presentata al meeting. Sulla base di alcuni confronti interni alla comunità scientifica cardiologica, il consiglio è di sospendere la guida per 2-4 mesi dopo l’intervento, con un stop definitivo solo per chi conduce autoveicoli per professione. Il defibrillatore impiantabile (Icd, Implantable cardioverter defibrillator) – ricordano gli esperti – è un piccolo dispositivo che viene impiantato sottopelle nel torace, appena sotto la clavicola. Si tratta a tutti gli effetti di un mini-computer, che monitora costantemente l’attività del cuore e interviene in caso di arresto cardiaco. Una vera e propria terapia salvavita, perché il device riesce a interrompere un’aritmia minacciosa (tachicardia ventricolare e fibrillazione ventricolare) ripristinando un battito normale. L’altra faccia della medaglia, però, è che la transitoria perdita di coscienza che segue l’erogazione di uno shock da parte del defibrillatore può causare un danno a se stessi e a chi circola per strada mentre ci si trova alla guida. Finora i dati sul numero di incidenti in questa particolare categoria di cardiopatici erano scarsi, quindi gli scienziati scandinavi hanno provato a colmare la lacuna. Gli studiosi hanno analizzato i dati di 4.874 persone con primo impianto Icd e di 9.748 controlli (età media 65 anni, maschi nell’80% dei casi). Durante un follow-up di 2,4 anni, il 2,4% dei pazienti impiantati e l’1,8% dei controlli avevano avuto un totale di 261 e 436 incidenti rispettivamente. Nei soggetti con defibrillatore che hanno avuto un Mva (Motor Vehicle Accid), il 50% si era verificato entro 12 mesi dopo l’impianto, fortunatamente senza eventi fatali. “Alcune Consensus Conferences – sottolinea Francesco Romeo, direttore di Cardiologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) – hanno stabilito che in caso di shock ‘appropriato’ i pazienti che hanno effettuato un impianto di defibrillatore in prevenzione primaria (pazienti ad alto rischio nei quali non si era mai verificato un evento precedente) devono sospendere la guida dell’automobile per 4 mesi; chi ha effettuato l’impianto in prevenzione secondaria (coloro che hanno già sperimentato precedentemente un’aritmia minacciosa) deve sospenderla per 2 mesi, mentre ai guidatori di autoveicoli di professione va sospesa la possibilità di guidare“. Le restrizioni alla guida di autoveicoli variano da Paese a Paese e hanno subito graduali variazioni nel tempo. Documenti concordano nel mantenere la restrizione permanente per i guidatori professionali portatori di Icd, e una limitazione prolungata (di 6 mesi in Usa e di 3 mesi in Europa) in caso di intervento dell’Icd per aritmie minacciose specie se in presenza di sintomi, mentre riducono le restrizioni per portatori di Icd impiantati in prevenzione primaria che devono astenersi dalla guida solo per una settimana dopo la procedura di impianto negli Usa e per 4 settimane in Europa. “In Italia – spiega Michele Gulizia, direttore di Cardiologia all’ospedale Garibaldi di Catania – la legislazione per il rilascio-rinnovo della patente è estremamente diversificata: in alcune Regioni si richiede una visita con documentazione di assenza di intervento del defibrillatore negli ultimi 6-12 mesi, e in alcuni casi viene richiesto un ecocardiogramma che attesti una frazione di eiezione ventricolare sinistra al di sopra del 30% o del 40%, indipendentemente dal quadro clinico, benché tale parametro non sia citato a livello normativo né da Linee guida scientifiche. In ogni caso le attuali norme legislative sono molto più restrittive rispetto ai suggerimenti delle società scientifiche. Il giudizio di idoneità alla guida viene rilasciato dalla Commissione medica locale“. (AdnKronos)

Condividi