Livelli elevati di attività fisica sono fortemente associati con un minor rischio di ben 5 comuni malattie croniche: il cancro al seno e del colon, il diabete, le malattie cardiache e l’ictus. Lo rivela uno studio pubblicato sul ‘Bmj’ a firma di esperti del Research Institute for Health Metrics and Evaluation della University of Washington a Seattle (Usa).
Molti studi in passato hanno dimostrato i benefici per la salute dell’attività fisica. Questo ha portato l’Organizzazione mondiale della sanità a raccomandare un livello minimo di movimento nei diversi momenti della vita. Per raggiungerlo si può cercare anche solo di essere più attivi fisicamente sul posto di lavoro o più impegnati in attività domestiche, o fare sport anche semplici come camminare e andare in bicicletta. Ma ancora non ci si era concentrati sul tipo e sulla quantità di attività fisica in grado di ridurre il rischio di malattie comuni.
Così il team di ricercatori ha analizzato i risultati di 174 studi pubblicati tra il 1980 e il 2016 sulle associazioni fra lo sport e almeno una delle cinque malattie croniche prese in considerazione. Scoprendo che un livello di attività fisica superiore a quanto raccomandato attualmente è associato a un minor rischio di tutte e cinque le patologie: la maggior parte dei benefici per la salute si verifica a un livello di 3.000-4.000 Met a settimana (unità di misura per esprimere il costo di un esercizio fisico in termini di energia e ossigeno. L’Oms ne consiglia in media 600 a settimana).
Una persona, spiegano gli studiosi, può raggiungere i 3.000 Met a settimana unendo diversi tipi di attività fisica nella propria routine quotidiana: per esempio, salendo le scale per 10 minuti, passando l’aspirapolvere per 15 minuti, facendo giardinaggio per 20 minuti, correndo per 20 minuti, andando piedi o in bicicletta per 25 minuti. “Con l’invecchiamento della popolazione e l’epidemia di diabete a partire dal 1990, è necessaria una maggiore attenzione e più investimenti per promuovere l’attività fisica”, consigliano gli studiosi. (Adnkronos)