Di mestiere guarda le stelle, e in vista della notte di San Lorenzo ha il suo bel da fare. E’ l’astronomo o astrofisico, un ricercatore che indaga e interpreta i fenomeni fisici che riguardano l’universo. Con osservazioni dalla terra e dallo spazio, studia la natura di pianeti, stelle, galassie e di tutti i sistemi e le strutture dell’universo, vicini e remoti. Usando modelli matematici e fisici, ne interpreta e ricostruisce l’origine e l’evoluzione nello spazio-tempo. Un lavoro basato sulle conoscenze della fisica e della matematica, ma anche su molte nozioni di chimica, geologia, e biologia. Per non parlare delle tecniche avanzate di ingegneria (soprattutto meccanica, elettronica, ottica, computazionale) e delle sofisticate procedure statistiche e informatiche di analisi dati, che sono ampiamente utilizzate dall’astrofisico nel suo sforzo di comprensione dell’universo. Per diventare un bravo astronomo o astrofisico, non occorre essere esperti in tutti questi campi. Serve però una buona preparazione di base di matematica e fisica. A fornirla, tra i pochi atenei in Italia, è l’Università di Padova – dove la tradizione astronomica risale a Galileo Galilei, il quale proprio qui effettuò le prime osservazioni dei satelliti di Giove nel 1609 – che offre appunto la laurea in Astronomia. Dopo i primi due anni, si passa alle applicazioni più astrofisiche, discusse soprattutto al terzo anno della laurea triennale, nella laurea magistrale e nel dottorato di ricerca. Una laurea in Astronomia fornisce, quindi, basi fisico-matematiche analoghe a quelle fornite da una laurea in Fisica, con in più argomenti e applicazioni specifici per lo studio del cosmo. Alla fine del corso di laurea in Astronomia, lo studente avrà raggiunto un’ampia conoscenza degli strumenti matematici necessari ad affrontare lo studio della fisica classica e quantistica. Avrà una solida padronanza delle nozioni fondamentali di astronomia e astrofisica, un’adeguata esperienza di laboratorio e nell’uso dei telescopi ottici (grazie alla sede di Asiago, dove sono previste esercitazioni notturne), dei telescopi spaziali (X, UV, ottici, infrarossi) e dei radiotelescopi, nonché dell’elaborazione dati da essi ottenibili. Non mancherà, naturalmente, una buona conoscenza dell’inglese. Si sarà anche imparato a fare ricerca scientifica in modo rigoroso. Chi è più interessato alle applicazioni tecnologiche, ma vuole comunque coltivare la passione per l’astrofisica, potrà imparare a costruire strumenti e telescopi, per osservazioni dalla terra e dallo spazio, sfruttando tecnologie di frontiera. Allo stesso tempo, potrà lavorare in laboratori di ricerca tecnologica avanzata e avere un contatto diretto con il mondo industriale. Per studiare l’universo occorre, dunque, conoscere diverse tecniche statistiche, informatiche e ingegneristiche, che hanno un alto contenuto professionalizzante. Non sorprende quindi che molti laureati in Astronomia negli ultimi 20 anni abbiano trovato occupazione di alta professionalità nell’industria e in enti di ricerca anche non legati all’astrofisica. Ma l’aspirazione principale di chi sceglie di studiare Astronomia all’Università è quella di dedicarsi all’attività di ricerca e all’insegnamento a livello universitario. A questo fine, è necessario completare il corso di studi in tutti i suoi livelli, inclusa la laurea magistrale e il dottorato. Tuttavia, è possibile entrare nel mondo del lavoro già con la laurea di primo livello, per esempio nel settore informatico o in industrie ottiche o che si occupano di attività spaziali. La laurea magistrale in Astronomia permette di dedicarsi all’attività di ricerca presso dipartimenti universitari, osservatori astronomici, enti di ricerca nazionali (Consiglio nazionale delle ricerche, Agenzia spaziale italiana, Istituto nazionale di astrofisica, ecc.) e istituti internazionali finanziati dall’Italia come l’European Southern Observatory (Eso) e l’European Space Agency (Esa). La laurea e il dottorato di ricerca in Astronomia consentono, inoltre, di trovare impiego presso industrie che sviluppano attività spaziali o producono strumentazione ottica, dove la conoscenza specifica di un astronomo risulta particolarmente utile. Tali competenze sono anche richieste nel settore della trasmissione ed elaborazione dati: ad esempio in ambito spaziale, ma anche nella meteorologia e nel settore medico. E i laureati e i dottorati formati a Padova sono sempre più richiesti in istituti di ricerca e università straniere così come nell’industria.
San Lorenzo, professione astronomo: laurea in tasca per scoprire l’universo
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