“San Lorenzo, io lo sò perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla“…come non ricordare questa quartina tratta dalla poesia “X agosto” di Giovanni Pascoli? Qui la morte cammina a braccetto con la sofferenza e la tristezza nei confronti del presente ed il grande poeta parla dell’assasinio del padre Ruggero, avvenuto proprio nella notte di San Lorenzo del 1867. San Lorenzo, Santo della Speranza e della Salute, dal III secolo sepolto nell’omonima Basilica a Roma, ha attratto a sé molte leggende, che si perdono nella notte dei tempi. Arcidiacono della Chiesa romana, vissuto durante il breve papato di Sisto II, venne condannato a morte perché rifiutò di consegnare i beni della Chiesa durante le persecuzioni cristiane.
Lorenzo non morì poichè legato su una graticola poggiata su carboni ardenti, non gli fu inflitta una tortura lenta e straziante, ma morì decapitato. Nella tradizione popolare si fece, però, ben presto strada un’idea più suggestiva: quella che le stelle cadenti del 10 agosto (tutte le info sull’osservazione nei link in basso) siano le lacrime versate dal Santo durante il suo martirio, che vagano eternamente nei cieli, scendendo sulla terra solo nel giorno del decesso di Lorenzo. Sono chiamate anche “fuochi di San Lorenzo”, poiché evocano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo. Ma il 10 agosto è anche una data ben nota agli storici: correva l’anno 1944, quando il piazzale Loreto, a Milano, divenne protagonista, proprio nel giorno di San Lorenzo, di un crimine efferato: 15 partigiani furono trucidati da miliziani fascisti ed i loro corpi esposti pubblicamente in piazza.
Tralasciando per un attimo la leggenda e non dimenticando la storia, almeno una volta nella vita ci sarà capitato di pronunciare o pensare, mentre si è intenti a fissare il cielo stellato, frasi del tipo “Vorrei che...” o “Stella, aiutami a realizzare il mio sogno”. Quanti desideri, quante speranze più recondite abbiamo custodito gelosamente nel nostro cuore, sotto lo spettacolare scenario del cielo stellato? Quei puntini così luminosi, chiamati dagli astronomi “Perseidi“, sono sciami di aeroliti vaganti per lo spazio a grande velocità fino a che, sfiorando l’atmosfera terrestre, si incendiano per il forte attrito, per poi consumarsi repentinamente, senza lasciar traccia.
Queste meteore devono il loro nome al fatto che il radiante, ossia la zona del cielo dalla quale pare provengano, è situato nella costellazione di Perseo, che in questo periodo sorge all’orizzonte nord-est dopo la mezzanotte.