Ad Amatrice nove stalle su dieci sono danneggiate, con crolli che hanno provocato molte morti tra gli animali in un territorio dove vivono 2800 pecore e 3000 mucche che ora hanno bisogno di un riparo ma sono anche necessari per sopravvivere acqua potabile, mangimi, generatori di corrente, refrigeratori, carrelli per la mungitura, pali e filo elettrificato per le recinzioni. E’ quanto è emerso dal monitoraggio realizzato dalla Coldiretti, in occasione degli incontri sull’emergenza terremoto che ha interessato un’area dove sono presenti quasi mille aziende agricole ed allevamenti tra le campagne del Lazio, dell’Umbria e delle Marche. Lo stress provocato dalle scosse ha causato un crollo della produzione di latte. “Non solo stalle ma anche fienili e casolari sono lesionati o distrutti con gli allevatori che non li possono abbandonare e c’è bisogno di roulotte e tende per stare vicini agli animali che – sottolinea la Coldiretti – devono mangiare tutti i giorni e le mucche vanno munte due volte al giorno. Ma si temono anche furti e abigeato nelle campagne isolate dove più difficile è l’attività di controllo della forza pubblica“. “Grave è anche il problema della conservazione del latte con l’energia elettrica in tilt e le frane e smottamenti e strade rurali distrutte che impediscono la consegna con migliaia di litri che sono stati buttati in una situazione in cui – continua la Coldiretti – la produzione è calata anche a causa dello stress provocato negli animali dalle scosse continue“.
Terremoto: ad Amatrice danni al 90% delle stalle
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