“Mi sono svegliato e la stanza si muoveva forte e il soffitto cadeva. Non finiva mai di tremare, poi mi e’ caduto tutto addosso”. Luca Palombini, aiuto cuoco di 33 anni, non solo e’ riuscito miracolosamente ad uscire con le sue gambe dall’inferno del crollo dello storico Hotel Roma di Amatrice (Rieti), dove lavorava, ma alle 3 e 36 della tragica notte segnata dal tragico terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale, benche’ ferito ha salvato anche suo cugino e sua moglie, proprietari dell’albergo ristorante. Palombini, ora ricoverato al reparto di ortopedia dell’ospedale ‘San Salvatore’ dell’Aquila per curare traumi alla schiena e ad una gamba, accetta di raccontare il dramma. Il giovane di Amatrice dormiva nella sua stanza dopo una giornata di lavoro. Subito dopo la scossa, ferito e confuso, ha potuto scendere al piano di sotto tramite un buco che si era aperto in bagno per salvare suo cugino Alessio Bucci, titolare dell’albergo e sua moglie, rimasti sotto le macerie che ora nel suo stesso ospedale lottano contro la morte. I tre sono tra i pochi superstiti del crollo dell’Hotel, anche se si spera di trovare ancora qualche cliente vivo sotto al cumulo di macerie. Al momento della scossa erano 32 gli ospiti della struttura sulla quale si e’ iniziato a lavorare da ieri pomeriggio. L’edificio e’ collassato su se stesso e i vigili del fuoco sono intervenuti dal tetto. “Dal bagno sentivo rumori e grida di persone intrappolate – racconta – Sono riuscito a scendere dalla voragine che si e’ aperta in bagno. Sono andato a vedere se nella parte nuova dell’albergo tutti stessero bene, poi mi sono reso conto che mio cugino e sua moglie erano sotto le macerie”. Insieme a un altro ragazzo ha allora cominciato a scavare, incurante dei dolori ed ha tirato fuori i due parenti. All’ospedale ‘San Salvatore’ e’ ricoverato anche Giancarlo Gabrieli, dipendente comunale di 56 anni, che e’ riuscito a respirare per ore sotto la sua casa crollata, grazie a un piccolo foro tra le macerie che lasciava passare aria. Una pioggia di calcinacci detriti e pezzi di muro lo ha investito, nella sua casa in via Roma, nel cuore del centro storico di Amatrice, raso al suolo. “Un rumore assordante mi ha svegliato e in un secondo ero gia’ sotto a quintali di macerie, bloccato dalla vita in giu’ – spiega – L’armadio caduto sul mio letto ha fatto da calotta, salvandomi da colpi alla testa”. C’e’ ancora terrore negli occhi di Gabrieli che raccontano un inferno senza fine. Si commuove ringraziando chi lo ha salvato, anche se dice di non ricordare il nome. “Mi ha salvato un aquilano, insieme ad altre persone, voglio ringraziarli e ringraziare anche chi ci aiutera’ da adesso in poi”. Gabrieli ha il bacino rotto e problemi alla gamba destra, ma se la cavera’
Terremoto, il cuoco dell’hotel Roma: “ecco come ho tirato fuori i proprietari”
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