Un aiuto ai bambini feriti nel corpo e nell’anima dal sisma che ha scosso il Centro Italia. Anche la Società italiana medici pediatri si è mobilitata per portare aiuto e assistenza alle popolazioni colpite. Sul campo, fin dai primi momenti dopo la catastrofe, e ora a distanza con un’iniziativa a sostegno dei genitori. pediatri emergentisti formati dalla Simpe – spiega la società scientifica – dotati di tutte le competenze necessarie per gestire le grandi catastrofi, sono giunti sul luogo della tragedia poche ore dopo la prima scossa di terremoto. Inoltre la Società ha attivato un canale online sul sito www.simpe.it al quale possono rivolgersi le decine di migliaia di genitori che non sanno ‘come’ spiegare il terremoto ai figli.
Cosa dicono gli occhi di un bambino che vive il terrore della terra che trema, come reagiscono i bambini nel timore della prossima scossa sismica, cosa colgono davanti alle immagini in tv che sottolineano l’aumento del numero delle vittime: sono tutte domande, spiegano gli esperti, cui è molto difficile dare risposta. “Il terremoto – riflette il presidente di Simpe, Giuseppe Mele – è un evento che destabilizza profondamente, e può avere effetti devastanti, anche a lungo termine. Il trauma che ne deriva viene covato e può provocare un bisogno di isolamento, di chiusura verso il mondo e verso la realtà, come è accaduto alla piccola Giorgia che, tratta in salvo dopo 17 ore, si è chiusa in un mutismo per uscire dal quale avrà bisogno di amorevole assistenza. Questi traumi possono durare nel tempo e lasciare segni indelebili. Per questo occorre intervenire tempestivamente, per tentare un recupero e il rafforzamento della voglia di vivere e di rinascere”.
“La Simpe – prosegue Mele – è da sempre impegnata nella ricerca di percorsi diagnostico-terapeutici aggiornati nella pratica medica dell’emergenza-urgenza e nella formazione dei PEDIATRI emergentisti. È con questo spirito che abbiamo messo a disposizione i nostri medici, tra l’altro già presenti nelle zone terremotate”. I bambini, spiega l’esperto, “leggono la paura negli occhi dei genitori, dei nonni, delle persone che li circondano e faticano a capire che anche mamma e papà sono inermi, incapaci di fronteggiare i danni, la perdita della loro casa, dei loro affetti, dei loro ricordi, di una persona cara o degli stessi genitori. Ma le ferite più gravi e insidiose per un bambino sono quelle invisibili, con effetti anche a lungo termine”. Per questo motivo la Simpe ha attivato sul sito un canale diretto a cui mamme e papà potranno rivolgersi per cercare le risposte ai loro quesiti, a quelli dei loro bambini e degli adolescenti che, sottolineano i camici bianchi dei piccoli, in queste occasioni manifestano un coraggio inatteso e hanno delle reazioni più adattive degli adulti. “È importante – conclude Mele – comunicare e sapere che esiste una rete di professionisti a disposizione anche in un evento come il terremoto. Un impegno che Simpe promuove e che sosterrà nel tempo”.