Sono trascorse oltre 80 ore dal terremoto che nella notte tra martedì e mercoledì ha devastato Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto e le loro frazioni, facendo danni e vittime sulla la dorsale appenninica dell’Italia centrale che dal Lazio arriva alle Marche passando per l’Umbria. Il bilancio ufficiale (purtroppo ancora provvisorio) è 290: è una corsa contro il tempo, ma da oltre due giorni i soccorritori non estraggono persone vive dalle macerie.
Le ricerche sono ormai concentrate nella sola Amatrice, la celebre località turistica dove i Vigili del fuoco lavorano senza sosta, pure con l’ausilio di cani molecolari capaci di avvertire la presenza anche di un corpo privo di vita. “Noi continuiamo a cercare“, ha dichiarato questa mattina il vice capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. “Non abbiamo un dato sui dispersi“: non sembra infatti esistere un elenco definito di persone da cercare, tutto si basa sulle segnalazioni che arrivano da abitanti di Amatrice stessa o da parenti e conoscenti di persone di cui non si ha notizia dalla notte del terremoto.
Lo spiraglio per una speranza c’è sempre, anche se il trascorrere delle ore complica la situazione. Dopo l’ultimo dato sulle persone estratte vive non ci sono più stati aggiornamenti a riguardo (215 dai vigili del fuoco e 23 dal soccorso alpino, tra Amatrice e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli). Di colpo più nulla: nei vari aggiornamenti del Dipartimento della Protezione civile era solo il numero delle vittime a salire. I soccorritori però non cedono. Si spera, anche ora, e nonostante tutto, nel miracolo.