Corso Umberto Primo ad Amatrice, via principale del paese terremotato, all’altezza della Torre civica è stato in queste ore il teatro di una scena che si è ripetuta inesorabile: barelle che trasportano corpi senza vita. Su una di queste barelle – racconta un operatore del 118 anche un bambino di 8 mesi e poi uno di pochi anni morti sotto le scosse di Terremoto che ha distrutto il centro di Amatrice. Poi altre due barelle per due uomini tirati fuori senza vita dalle macerie di case sbriciolate di cui in certi casi si intravedono gli arredi e persino i quadri appesi dei pochi muri interni rimasti in piedi.In una di queste case vicino alla torre civica anche quella di una famiglia che racconta: “Il nostro palazzo della fine ‘800 che aveva subito alcune ristrutturazioni ha retto e siamo riusciti a scappare. Quello molto più recente non ha retto come la nostra casa. Abbiamo sentito la scossa alle 3.40 circa. Ci siamo prima diretti su corso Umberto primo verso il centro, ma ci siamo resi conto che il centro del paese praticamente non esisteva più . Allora siamo corsi verso l’esterno di Amatrice. E siamo salvi”. Sono 4 signori e signore di mezza età accampati sul bordo strada davanti all’ospedale di Amatrice, con 4 sedie pieghevoli rimediate. “ora aspettiamo di capire dove passeremo la notte, in quale struttura per gli sfollati”, dicono con una apparente inspiegabile calma che forse è solo l’incredulità di essersi salvati in mezzo a tanta morte.
Terremoto, sopravvissuti: centro di Amatrice sparito, fra le vittime anche bimbi
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