Nuove rivelazioni sul passato vulcanico di Mercurio. Secondo uno studio della North Carolina State University gran parte dell’attività eruttiva del pianeta sarebbe cessata circa 3,5 miliardi di anni fa.
Il team che ha condotto la ricerca si è servito dei dati della sonda NASA MESSENGER che ha realizzato immagini dettagliate dei crateri mercuriani. Le informazioni ottenute – spiega l’ASI – sono state utili all’elaborazione di modelli matematici in grado di individuare il periodo in cui la crosta di Mercurio ha terminato il suo processo di formazione.
I risultati mostrano che la maggior parte del vulcanesimo effusivo su Mercurio – fondamentale per la formazione della crosta di un pianeta – si sarebbe concluso con molto anticipo rispetto ad altri pianeti del Sistema Solare. Riuscire a datare con esattezza questo tipo di fenomeno, è di grande utilità per lo studio dell’evoluzione geologica di un pianeta. Fino ad ora, a causa della mancanza di campioni fisici, non era stato possibile effettuare una radiodatazione e ottenere ulteriori indizi sulla formazione del pianeta più interno del Sistema Solare.
Gli scienziati avevano già informazioni sull’evoluzione del vulcanesimo effusivo su Venere, Marte e Terra: sul primo, l’attività si è interrotta poche centinaia di milioni di anni fa, sul secondo da un paio di milioni di anni mentre sulla Terra è tuttora presente.
C’è dunque un’importante differenza geologica tra questi pianeti: Mercurio ha un mantello di spessore inferiore dove il calore è prodotto dal decadimento radioattivo e questo processo ha fatto sì che quest’ultimo si disperdesse prima rispetto ad altri pianeti. Di conseguenza, Mercurio ha iniziato a contrarsi e questi movimenti hanno portato alla chiusura dei condotti da cui sarebbe dovuto fuoriuscire il magma.
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Vulcanico Mercurio: l’attività eruttiva del pianeta è cessata 3,5 miliardi di anni fa
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