Continuano a passo serrato le prove di esame del James Webb Telescope. Questa volta i tecnici del NASA Goddard Space Flight Center sono al lavoro per la prova dei meccanismi per il dispiegamento dello scudo solare a bordo del telescopio.
Questa operazione necessita di un livello di sincronizzazione elevatissimo che deve essere testato con la massima precisione da terra. La struttura di supporto dello scudo è composta da oltre 7000 parti tra cui molle, magneti e cuscinetti progettate appositamente per il progetto.
Lo scudo vero e proprio è formato da una struttura a cinque strati, sottilissimi e costituito da un film a base di polimeri chiamato Kapton in grado di rimanere stabile in un’ampia gamma di temperature.
Ogni strato – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è separato e tenuto nella corretta posizione da barre di separazione e può assorbire e deflettere la luce per consentire il mantenimento delle temperature criogeniche necessarie al funzionamento degli infrarossi che osserveranno gli oggetti celesti più distanti.
Le varie fasi di apertura verranno eseguite manualmente dal centro di controllo a Terra: la sequenza andrà avanti automaticamente fino al completamento dell’operazione salvo eventuali guasti che fermeranno il processo. Una volta dispiegato nello spazio, lo scudo misurerà 21 metri per 14,5 più o meno le dimensioni di un campo da tennis.
“Sarà come condurre un’orchestra da 1,5 milioni di chilometri di distanza – dice James Cooper responsabile per lo scudo solare al Goddard – centinaia di componenti lavoreranno simultaneamente perché il telescopio si posizioni correttamente e possa iniziare la propria vita operativa.“
Armonie meccaniche per il telescopio James Webb: test sullo scudo solare
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